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Le reazioni Pdl alla sentenza su Berlusconi

Gli azzurri fanno quadrato attorno al leader: "Sentenza già scritta", accusano. Ma nel mirino c'è la velocità d'esecuzione. Capezzone: "A rischio la democrazia"

Michele Chicco
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Pierferdinando Casini dice che le sentenze non si commentano. Ai cronisti che lo fermano non dà risposte anche perché in questi giorni molti occhi sono puntati su di lui, meglio tacere. I commenti sulla sentenza d'interdizione della Corte d'Appello di Milano, che per per due anni ferma Silvio Berlusconi, sono tutte dei parlamentari azzurri. Fanno quadrato attorno al leader, ma nessuno è stato colto di sorpresa: i tempi celeri della giustizia quando di mezzo c'è Silvio li conoscono tutti; così come note sono le posizioni del Tribunale di Milano. Nessuna sorpresa.  Democrazia - "Niente di nuovo sotto il sole" ha detto Renato Schifani. Sorprese non ne aspettavano in piazza San Lorenzo in Lucina, ma al capogruppo Pdl in Senato dice che la sentenza non tiene "in alcun conto le giuste eccezioni di costituzionalità e la chiusura del contenzioso fiscale". Reagisce Schifani ed è più morbido di Daniele Capezzone, azzurro e a lungo "voce" del Cav: "L'idea di escludere per via giudiziaria un leader scelto da milioni di italiani dovrebbe suscitare una reazione da parte di chiunque ami la democrazia, e non solo da parte del centrodestra. Oggi - ha aggiunto - dovrebbero stare con Berlusconi anche i suoi avversari, se davvero credessero nella democrazia e nella libertà di scelta degli elettori". La via giudiziaria per far fuori Berlusconi e i berlusconiani, insomma, non piace.  Copione - Gaetano Quagliariello, colomba azzurra al governo, ha detto che la politica avrebbe dovuto aspettare le decisioni della magistratura prima di applicare la legge Severino. "La legge Severino - ha spiegato - prevede un'interdizione a sei anni, tre volte la sentenza. Mi sembra di buon senso trovare un luogo dove fare una riflessione sulla congruità, sulla costituzionalità della legge Severino". Dibattito necessario, anche se il "copione", come lo chiama Maurizio Gasparri, era già bello e scritto: "A Milano l'accusa chiede e i giudici danno. Ma non sarà il tentativo di eliminare per via giudiziaria Berlusconi a fermare la nostra azione per ristabilire giustizia, democrazia e libertà. Berlusconi è il leader del centrodestra e di milioni di italiani. Il nostro sostegno è totale. Non ci fermeremo - conclude - e faremo di tutto per porre fine a questa evidente persecuzione". Martirio giudiziario - Democrazia, giustizia e martirio: la reazione di Daniela Santanché alla sentenza della Corte d'Appello di Milano è decisa: "Beato il popolo che non ha bisogno di eroi - ha detto - E di martiri". La pitonessa se la prende con quei giudici che hanno messo in discussione il ruolo della democrazia: "E' paradossale - dice - che nella patria di Cesare Beccaria ancora non si sia raggiunta la democrazia piena e si debba assistere sgomenti all'uso politico e barbarico della giustizia che vorrebbe estromettere il leader del maggiore partito di centrodestra per via giudiziaria".

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