Scelta Civica, Monti: "Mi dimetto da presidente"
L'ex premier dice addio alla sua creatura politica e sbatte la porta: "Vi siete aperti a nuove alleanze che non mi piacciono. Bombassei al suo posto
Mario Monti alla fine molla. Il Loden si dimette dalla presidenza di Scelta Civica e abbandona la sua creatura politica. ''Rassegno le dimissioni da presidente di Scelta Civica''. Mario Monti lascia la guida del movimento che ha creato. ''La presidenza -dichiara- verra' assicurata dal vicepresidente vicario Alberto Bombassei, fino all'attivazione delle procedure previste dallo Statuto per la nomina del nuovo presidente. Domani -annuncia- lascero' il gruppo Sc del Senato e chiedero' l'iscrizione al gruppo misto. Nella mia veste di senatore a vita, non verra' meno il mio impegno per contribuire all'affermazione di quei valori e di quella visione per i quali, confido, quanti hanno aderito al progetto di Scelta Civica per l'Italia continueranno a battersi''. "Il partito non mi piace più" - L'addio del Prof fa rumore. Le sue sono parole pesanti. L'ex premier critica le possibili nuove alleanze di Scelta Civica che a quanto pare non condivide: "Il superamento di Scelta Civica in un soggetto politico dai contorni indefiniti ma, a quanto e' dato capire, aperto anche a forze caratterizzate da valori, visioni e prassi di governo inconciliabili con i valori, la visione e lo stile di governo per i quali Scelta Civica e' nata''. “Undici senatori”, spiega il senatore a vita, “appartenenti al Gruppo di Scelta Civica – Albertini, Casini, De Poli, Di Biagio, Di Maggio, D'Onghia, Luigi Marino, Merloni, Olivero, Lucio Romano, Maurizio Rossi – hanno rilasciato una loro dichiarazione congiunta. Non posso non intendere la dichiarazione degli ‘undici più uno senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti. Ne prendo atto”. Contro Mauro - Poi Monti mette nel mirino il ministro Mario Mauro e la sua "fiducia incondizionata sul governo": "In questi giorni – scrive – il senatore Mauro, con dichiarazioni ed iniziative, è venuto preconizzando, da un lato, una linea di appoggio incondizionato al Governo, posizione legittima, e naturale in chi fa parte di un governo, ma che non è la linea di Scelta Civica, linea definita dai suoi organi direttivi e confermata nella proposta del ‘contratto di coalizione'; dall'altro, il superamento di SC in un soggetto politico dai contorni indefiniti ma, a quanto è dato capire, aperto anche a forze caratterizzate da valori, visioni e prassi di governo inconciliabili con i valori, la visione e lo stile di governo per i quali Scelta Civica è nata. Per i quali ho accettato di impegnarmi, di impegnare il mio nome e, con esso, di favorire l'ingresso o il ritorno in Parlamento di candidate e candidati che si sono formalmente impegnati a battersi per realizzare quella che essi stessi hanno chiamato ‘Agenda Monti”. La storia con Monti non è stata tenera. Fu lui a spodestare il Cav da palazzo Chigi nel novembre del 2011. Adesso il destino ripaga il Prof con la stessa moneta. Ha perso pure il partito e ha conosciuto ancora una volta la parola "dimissioni".