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Vittorio Feltri: i presidenti di Camera e Senato? Portinai super-retribuiti che non contano nulla

Andrea Tempestini
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Vi proponiamo l'editoriale di Vittorio Feltri pubblicato su Libero di sabato 24 marzo, scritto dunque prima dell'elezione dei presidenti di Camera e Senato, rispettivamente Roberto Fico ed Elisabetta Casellati. Un articolo in cui non si fanno nomi e che comunque tratteggia il profilo dei due neo-eletti. Guardo le prime pagine di tutti i grandi quotidiani e vedo che insistono: articolesse complicate in cui si discetta attorno alla elezione dei nuovi presidenti della Camera e del Senato. Si parla di accordi e disaccordi fra partiti sulla scelta dei personaggetti da collocare sulle alte poltrone di Montecitorio e Palazzo Madama. Si fanno vari nomi, si discute per cercare di capire quali siano i più adatti a ricoprire queste due cariche istituzionali e si trascura di dire, apertis verbis, che chiunque sarà issato sugli ambiti scranni conterà quanto un tubo dal punto di vista politico. Leggi anche: Feltri, la bomba sulla Berlusconi: "Ha bocciato la Bernini perché..." La gente ne è consapevole e di fatto se ne frega della battaglia in questione. Cinque anni fa, allorché furono selezionati la Boldrini e Grasso, due emeriti sconosciuti alla massa, nessun italiano si eccitò, considerandoli giustamente sbiadite o addirittura inutili figure. Non era un errore del popolo, bensì una corretta valutazione. I signori presidenti, occupando le poltrone in oggetto, in effetti era come se avessero vinto al Superenalotto, dato che si erano garantiti visibilità, denaro copioso, alloggi super lusso eccetera, ma non hanno mai avuto la benché minima importanza. I numeri uno del Parlamento potrebbero essere in teoria dei robot o, peggio, dei manichini; agitano il campanello, danno e tolgono la parola ai colleghi di aula, rimproverano coloro che usano un linguaggio sconveniente, talvolta scacciano i più impertinenti. In pratica sono dei poliziotti sedentari, dei portinai super retribuiti e nulla più. Tanto chiasso e tante liti ai fini di pescare un paio di burocrati incaricati di disciplinare il traffico verbale dei chiacchieroni professionali inconcludenti sono fuori luogo. Ridicolo accapigliarsi per certe inezie eppure, stando alle cronache dei giornali, si tratterebbe di faccende basilari per la vita democratica. Né i redattori (e i commentatori) né i politici si convincono che, invece, siamo nella pura comica. Il problema non è l'elezione di una coppia di tromboni ma la formazione del governo. La qual cosa, allo stato, è una operazione impossibile data la confusione creata dai cittadini, che hanno votato a capocchia per premiare candidati improbabili e formazioni prive di programmi realizzabili e sostenibili con le attuali risorse. Andremo avanti all'infinito a blaterare e non avremo un esecutivo idoneo a darci un minimo di serenità. Accetto scommesse, comprese quelle onerose. di Vittorio Feltri

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