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Luigi Di Maio, il disastro del giro di telefonate: "Un simpatico giovanotto ma..."

Giulio Bucchi
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Non ha alcun piano, Luigi Di Maio. Le sue consultazioni telefoniche informali hanno ottenuto un bel nulla e l'impressione è che il candidato premier del Movimento 5 Stelle non abbia che due carte a cui affidarsi: una è quella di Matteo Salvini e l'altra è quella della volontà del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di dare a ogni costo un governo all'Italia. Leggi anche: "La presidenza delle Camere ai vincitori", Di Maio ci prova davvero Come riporta il Giornale, il giro di telefonate domenicale non ha sortito né novità né scossoni. Di Maio ha sentito Salvini, il segretario del Pd Maurizio Martina, il capogruppo dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta, la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni e l'ex candidato premier di Liberi e Uguali Pietro Grasso. Si va da un minimo di 7 minuti per la Meloni al massimo di 12 per Grasso. "Impressioni ricevute dagli interlocutori telefonici citati - sottolinea sempre il Giornale -: Telefonata cordiale, nulla di nuovo, simpatico giovanotto, non ha alcuno schema in mente". Ma alla fine è ovviamente il colloquio con il leader della Lega Salvini quello più significativo: i due hanno convenuto di dover fare ogni sforzo per far partire la legislatura e scongiurare lo stallo. Certo è che le parole condivise da Di Maio non lasciano molte speranze: "Ho riscontrato disponibilità a proseguire il confronto... utile a individuare profili all'altezza del ruolo, non solo per le presidenze di Camera e Senato, ma anche per le altre figure che andranno a comporre gli uffici di Presidenza". Tutto fumo e poco arrosto.

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