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Oggi fa il campione dei manettariMa un anno fa Renzi stava con Pannella

Il rottamatore passa dall'appoggio alle battaglie contro l'inferno-carceri alle tesi dei forcaioli. L'obiettivo è massimizzare i danni al governo

Matteo Legnani
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In politica la tattica è (quasi) tutto. Pertanto, la sterzata manettara di Matteo Renzi non stupisce. Da essa, il rottamatore deriva una triplice utilità nell'immediato: a) vellica i settori di elettorato più buttachiavi presenti sia a destra sia a sinistra; b) picchia sul nervo scoperto del rapporto tra piani alti del Pd e Giorgio Napolitano; c) costruisce un altro tassello della propria persona congressuale di strenuo avversario delle larghe intese (e del Pd che, Enrico Letta in testa, nelle larghe intese sguazza vieppiù apparecchiando le inconfessabili pastette col Caimano). Un politico, specialmente uno attento alla propaganda come Renzi, che non cogliesse al volo un'opportunità tanto evidente sarebbe un politico dalle discutibili abilità e scaltrezza. Detto questo, la giravolta forcaiola di Renzi una certa tristezza riesce comunque a metterla. Prima di tutto perché certifica che il sindaco di Firenze sarà innovatore finché si vuole ma non lo è al punto di sapersi sottrarre alla dittatura dei sondaggi che tanto piagò la seconda repubblica: i contrari a indulto e amnistia sono al 60%? Ebbene, sia dia loro contrarietà a indulto e amnistia, e per pensare al resto il tempo si troverà. Il motivo vero per cui la folgorazione mozzorecchi del rottamatore arreca il magone, però, è un altro. E cioè il tradimento plateale di uno degli elementi del renzismo primigenio che meglio avevano fatto sperare: la possibilità di dare vita ad una nuova sinistra in grado di fare politica senza sventolare manette e brogliacci di tribunale. Prometteva benissimo, Renzi, al punto da fare intravedere la rivoluzione copernicana persino nei confronti del nemico numero uno (quante volte l'avrà ripetuta la famosa frase su Berlusconi «che va battuto alle elezioni e non nei tribunali»?). E invece niente da fare, tutto buttato alle ortiche in nome della convenienza del momento. Purtroppo per il sindaco, le tracce della piroetta sono ben visibili. Una, bellissima, l'ha trovata ieri Blogo.it: è una schermata dell'account ufficiale di Renzi su Twitter risalente al 18 dicembre 2012, nemmeno un anno fa. C'è scritto solo «#iostoconMarco». Il Marco in questione era Panella, il quale era impegnato in uno dei periodici scioperi della fame per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'inferno delle carceri e chiedere adeguati provvedimenti di clemenza. E Renzi stava con lui. Leggi l'approfondimento di Marco Gorra su Libero in edicola martedì 15 ottobre

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