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“Multinazionale della partitocrazia”: 7800 enti, 15 mld, 19 mila amministratori

Migliaia di dipendenti, dirigenti e amministratori. Un pachiderma che grava sulle tasche degli italiani. Un terzo delle aziende pubbliche ha il bilancio in rosso, ma di tagli non si parla

Ignazio Stagno
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Una macchina enorme che ci costa 15 miliardi di euro all'anno. Municipalizzate, consigli di amministrazione, poltrone e poltroncine gravano da sempre sulel casse dell'erario e sulle tasche degli italiani. L'ultimo censimento registra 7800 società pubbliche: un numero già cresciuto dell'8% rispetto allo scorso anno e destinato a crescere. Solo i consiglieri di amministrazione sono 19 mila, gli addetti in generale 300 mila. Un terzo delle società è in rosso. Una legge prevedeva che le società che fatturassero il 90% direttamente all'ente controllante (come praticamente fan tutte quelle comunali) fosse alienata: di proroga in proroga la legge è stata vanificata. "Multinazionale della partitocrazia" - Ma nonostante tutti gli indicastori segnalino una situazione a rischio, la "grande macchina impoduttiva", "la multinazionale della partitocrazia", come l'ha definita il Sole 24 ore continua ad essere foraggiata dai contribuenti. A pesare soprattutto sono gli stipendi di chi lavora nella galassia delle aziende comunali, municipalizzate, regionali e provinciali: 15 miliardi di euro all'anno. Un bottino che paghiamo di tasca nostra che equivale al gettito di 4 Imu. Lo Stato dunque arriva da ogni parte. E le privatizzazioni restano sempre a metà, scaricando i costi di sopravvivenza di aziende che hanno spesso i bilanci in rosso sulle spalle dei contribuenti. "Poltronificio" costoso -  Le aziende di sottogoverno pesano come cinque stabilimenti Fiat messi insieme, ma "fabbricano" poltrone, raccomandazioni, servizi a prezzi decisi senza il confronto-conforto del mercato e della concorrenza, "costruiscono". Il Sole 24 ore ha fatto i conti in tasca a questo pachiderma pubblico che immobile paralizza spesso il mercato e fa lievitare la pressione fiscale. Così si scopre che il vero male dell'amministrazione italiana non sono le Province, ma proprio glie le aziende che sono legate agli enti pubblici. Il governo aveva minacciato un aumento delle accise sulla benzina per rispettare il tetto del deficit sotto il 3 per cento. Ebbene forse con un piccolo taglio, quel miliardo e 600 milioni che con affanno Saccomanni ha trovato grazie alla sua "manovrina" poteva anche venire da qui, dalla "multinazionale della partitocrazia". 

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