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Pdl, Silvio congela gli attritiLa conta interna alle Europee 2014

Berlusconi guarda all'appuntamento elettorale di maggio come a una sorta di 'congresso': lì si capirà quanto valgono davvero le diverse componenti del partito

Matteo Legnani
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Forza Italia prima e il Popolo delle libertà poi sono stati sempre 'allergici' ai congressi. Ed è assai probabile che anche questa volta la richiesta in tal senso avanzata nei giorni scorsi da Raffaele Fitto e da alcuni lealisti, un congresso per 'azzerare' le cariche del partito impedendo ad Alfano la successione automatica a se stesso con la nascita della nuova Forza Italia, cada nel vuoto. A Silvio Berlusconi, quel modello di organizzazione del partito non è mai piaciuto, gli ricorda troppo quello dei partiti di sinistra. La leadership si costruisce sui voti presi. Lui ne ha sempre presi a carrettate e per questo è lì da vent'anni. E anche questa volta, la definizione, o meglio la ridefinizione degli equilibri interni al partito azzurro, passerà con ogni probabilità dalle urne: quelle che si apriranno in ocassione delle Europee del maggio 2014. Lì ci sarà la conta interna. Lì si capira quanto, voti alla mano, le componenti interne contino davvero. La volatona - La campagna elettorale partirà già in febbraio-marzo. E nel frattempo, il Cavaliere sta facendo tutto il possibile per sopire i malumori dei suoi: sia di quegli alfaniani che scalpitano per la creazione di un gruppo separato in Parlamento; sia dei fedelissimi che vedono una prosecuzione della segreteria Alfano come un dito in un occhio, ancor di più dopo quello che considerano a tutti gli effetti un tradimento. Il Cavaliere, pur in giorni decisivi per il suo futuro tra scelta della pena alternativa al carcere, voto del Senato sulla sua decadenza e rideterminazione dell'interdizione da parte della Cassazione, sta passando ore e ore tutti i giorni con i due scheramenti, per indurli a miti consigli. Ieri, si è trattenuto per oltre cinque ore con Raffaele Fitto, al quale in serata si sono aggiunti Verdini, Bondi, Carfagna e Gelmini. Doveva vedere a cena Angelino Alfano, ma l'ennesimo faccia a faccia col Delfino è saltato proprio per il perdurare del vertice coi lealisti. Il segretario azzurro dovrebbe arrivare a Palazzo Grazioli oggi.  Formigoni: "Restiamo uniti" - L'appello all'unità del Cavaliere è stato raccolto al volo anche da una delle colombe più agguerrite delle ultime settimane, Roberto Formigoni. L'ex governatore della Lombardia nei giorni della possibile sfiducia a Letta era sul piede di guerra e aveva minacciato una scissione parlamentare. Oggi però torna sui suoi passi, escludendola. "E' stata la decisione di Silvio Berlusconi a cambiare le cose - spiega ad Agorà, su Raitre -. C'era un partito di centrodestra che sosteneva il governo e un altro no, poi la decisione di Berlusconi ha cambiato le cose. Alcuni amici, ahimè testardamente, continuano a ritenere che la linea sia quella e non quella nuova: il partito deve avere una faccia sola, Berlusconi si sta spendendo con grande generosità per ricondurre il partito all'unità. I cinque ministri lavoreranno all'interno del governo per indirizzarne l'azione".

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