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Grillo: "No ad abolizione reato clandestinità, è contro il programma"

Gian Roberto Casaleggio e Beppe Grillo

La nota conginuta di Beppe e Casaleggio: "No all'abolizione del reato. Non è nel programma ed è un invito a invadere l'Italia. Così non ci vota nessuno"

Andrea Tempestini
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Una doppia firma, quella di Beppe Grillo e Gian Roberto Casaleggio, che più di dissidenti, diarie e comparsate televisive rischia di frantumare il Movimento 5 Stelle. Il terreno di scontro tra i vertici del M5S e i grillini è il reato di clandestinità. Breve premessa: ieri, mercoledì 9 ottobre, è stato approvato in Commissione al Senato un emendamento, proposto dai grillini, per l'abolizione del reato di clandestinità. Beppe e Gian, però, la pensano diversamente: "Non siamo d'accordo sia nel metodo che nel merito". "Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico". "Il messaggio che riceveranno (gli emigranti con l'abolizione del reato di clandestinità, ndr) sarà da loro interpretato nel modo più semplice", ossia come "un invito agli emigranti dell'Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l'Italia". "Nessuna verifica" - La nota è apparsa sul blog del grande capo Grillo, che all'unisono con l'ideologo Casaleggio apre il fuoco contro i suoi stessi eletti. Le righe sono esplicite sin dal principio: "Ieri è passato l'emendamento di due portavoce senatori del Movimento 5 Stelle sull'abolizione del reato di clandestinità. La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all'interno". Grillo poi punta il dito contro "un portavoce" che "non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno". Beppe e Gian, appunto, non sono d'accordo "sia nel metodo che nel merito". La tirata prosegue: "Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo". "Il M5S e i cittadini che ne fanno parte e che lo hanno votato sono un'unica entità". Grillo e Casaleggio poi chiedono: "Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?". Rischio implosione - La linea del Movimento 5 Stelle (quella imposta dai "capi") è sempre stata chiara: no all'immigrazione, l'Italia non se la può permettere. Prese di posizione che in passato avevano già fatto discutere, dentro e fuori alle Cinque Stelle. Gli eletti pentastellati, infatti, si erano già spaccati sulle politiche sull'immigrazione del Movimento. Ma ora il livello qualitativo dello scontro si alza. Grillo e Casaleggio accusano i loro eletti. Li accusano di aver tradito il programma. Il diktat è chiaro: lasciate perdere, ritirate l'emendamento, altrimenti alle prossime elezioni ci massacrano. Peccato però che soltanto poche ore fa i grillini avevano esultato per il risultato raggiunto, rivendicando la paternità dell'emendamento con cui è iniziato il lavoro del Parlamento per abolire il reato di immigrazione e smantellare la Bossi-Fini. I grillini, ora, sono davanti a un bivio: fare di testa loro oppure piegarsi ai diktat di Beppe e Gian? Mai come oggi il M5S rischia di autodisintegrarsi. "Nessun errore" - Una prima replica a Grillo e Casaleggio è arrivata dai due firmatari dell'emendamento, Andrea Cioffi e Maurizio Buccarella, che intercettati dall'Huffington Post spiegano: "Non pensiamo di aver commesso errori. E' tutto molto tranquillo, molto semplice, qual è il problema? Noi abbiamo un regolamento, decidiamo a maggioranza. Grillo? Nessuno di noi ci ha parlato". Sul futuro dell'emendamento, Buccarella spiega: "Questo non è un provvedimento definitivo, per l'aula avremo tutto il tempo di chiarirci, l'emendamento non si può ritirare, immagino che la Lega lo contrasterà, noi vedremo il da farsi". La tensione è altissima. Il blog di Grillo si è subito spaccato: chi gli dà del fascista e chi, invece, sposta in toto la sua linea. Pochi i commenti dei grillini, che hanno convocato un'assemblea congiunta stasera alle 19 per discutere di quanto accaduto".

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