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Berlusconi: "Basta liti, sembriamo il Pd"

Silvio Berlusconi

Andrea Tempestini
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Ha osservato, da Arcore, dal suo "esilio" dorato. Dal quartier generale in cui Silvio Berlusconi, entro pochi giorni, dovrà decidere sui servizi sociali. Avrebbe già deciso, ma odia parlarne: ridursi a "fare test" e a "dipendere dagli assistenti sociali" è una prospettiva che lo amareggia profondamente. Umore nero, dunque. Non solo per l'affidamento. Ma anche per il teatrino della politica. Il "teatrino" dei suoi, in questo caso. I rimproveri - Già, perché al Cavaliere non sono piaciute né la conferenza stampa dei ministri del Pdl, né il fuoco incrociato dei lealisti contro Angelino Alfano. Alla pattuglia governativa Berlusconi rimprovera i toni troppo concilianti, auto-celebrativi, e la "dimenticanza" dal leader. Certo, non lo fa pubblicamente. Lo sfogo arrivat in privato, si svela nei retroscena di stampa. Ai lealisti, invece, intima di non spaccare il Pdl. "Dobbiamo restare uniti, così ci facciamo male", ripete. Ma Raffaele Fitto e i suoi continuano a calcare la mano: di poche ore fa la raffica di dichiarazioni incrociate contro il segretario e pro-congresso. "Sembriamo il Pd" - Secondo Repubblica il Cav è lettealmente furibondo. Una tesi sposata anche da Il Messaggero, che dà conto di un emblematico sfogo di Silvio: "Che spettacolo che stiamo dando. Sembriamo il Pd nei suoi momenti peggiori. Non è il momento di smetterla e di darsi una calmata?". E per invitare tutti ad abbassare i toni - verrebbe da dire quasi per "sculacciarli" -, l'agenda del Cav, oggi giovedì 10 ottobre, prevede un incontro a Roma proprio con Alfano e Fitto, i "duellanti". I rapporti con l'ex governatore della Puglia sarebbero "sereni e tranquilli". Solidi ovviamente quelli con Alfano. Ma la stizza dell'ex premier è tangibile. Il dubbio - Talmente irritato e stanco, Berlusconi, che potrebbe invece anche non farsi vedere a Roma. Lo spiega Salvatore Dama su Libero: "Ho giò i miei problemi da risolvere". L'ex premier, infatti, non ha voglia di farsi carico in questi giorni terribili anche di tutte le polemiche interne. La grande tentazione, dunque, è quella di restare ad Arcore. Chi lo ha raggiunto telefonicamente, spiega che il Cav avrebbe detto ai suoi: "Se proprio dovete litigare fatelo in privato, non sui giornali".

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