Berlusconi ad Alfano: "Tu il candidato premier, ma al voto in primavera"
Il partito a Raffaele Fitto non lo darà mai. Silvio Berlusconi e l'ex governatore della Puglia sono divisi da vecchi rancori. E se pure il Cav guarda con interesse ai cosiddetti "lealisti", la diffidenza è altissima. E questa diffidenza, appunto, ha un nome e un cognome: Raffaele Fitto. L'obiettivo primario dell'ex premier, lo va ripetendo dal post-fiducia a Letta, è tenere unito il partito (che ha rischiato seriamente di esplodere). Il cavallo su cui puntare, per Berlusconi, resta Angelino Alfano. Certo, i rapporti tra i due hanno vissuto momenti migliori. Ma nonostante la rabbia che ha seguito i clamori e le convulsioni della scorsa settimana, la pacificazione è in corso. Ed è a uno "stadio avanzato". Alfano ha frenato sullo strappo (probabilmente, lui, non lo ha mai voluto), ha difeso il leader dalle ingerenze di Enrico Letta e lo ha rassicurato su tutta la linea. Elezioni a primavera - Dare le chiavi in mano ad Alfano, insomma, senza passare per assise e congressi. E' questa l'idea di Berlusconi. Un'idea che rispunta (ci pensò già in passato, ai tempi della latitanza del "quid") ma che richiede i suoi tempi. Non ora, non subito. Secondo quanto scritto da Repubblica l'offerta del Cavaliere è chiara: "Angelino, convinciti, è la soluzione migliore per te: sarai il candidato premier col mio sostegno e il mio aiuto". Silvio vuole schierare Angelino. Che però deve essere "convinto". Perché? Semplice. Perché all'obiettivo dell'unità, ora, l'ex premier ne aggiunge un altro: quello del voto a primavera, elezioni anticipate a inizio 2014 (troppo presto, per Angelino). Il Cav sposa questo orizzonte per due motivi. Il primo: resta intimamente convinto che le larghe intese non siano la soluzione, se non a brevissimo termine (e la bagarre sull'Imu dimostra che la sua intuizione non è poi così peregrina). Il secondo riguarda la sua libertà personale: con la richiesta di affidamento ai servizi sociali potrebbe guadagnare altri tre-cinque mesi di libertà. La decisione del Tribunale di sorveglianza è infatti attesa tra dicembre e aprile, e considerando le tempistiche medie è molto più probabile uno slittamento al 2014. La campagna elettorale - "Di scendere in campo da candidato premier non ci penso proprio", ha spiegato Berlusconi. Candidarsi no, ma fare una campagna elettorale, avendo la possibilità di farla, è il nuovo obiettivo del Cav. Un obiettivo possibile, a patto che si torni alle urne prima dell'operatività del suo esilio politico. "Angelino - avrebbe spiegato al segretario -, saresti tu il nostro candidato premier, ma io sarei nel pieno della mia agibilità politica e ti sosterrei. Avresti il mio aiuto, mediatico e finanziario". Argomenti, quelli presentati da Berlusconi, in grado di convincere Alfano: le chiavi della cassaforte del partito, infatti, restano in mano a Silvio. Senza un supporto adeguato è troppo alto il rischio di precipitare nel nulla politico, come Gianfranco Fini, o in una medietà che non può essere decisiva, come quella di Mario Monti. L'unica - grande - riserva del segretario è quella già citata, quella sulle tempistiche. "Non tradirò Enrico Letta, non voglio e non posso farlo. I nostri elettori non capirebbero". L'offerta del Cav è a scadenza: a primavera potrebbe evaporare. La palla passa ad Alfano.