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Letta: "La stagione di Berlusconi si è chiusa"

Enrico Letta

Il premier getta la maschera: il piano, suo e di Napolitano, è quello di cancellare il Cav: "E' finito un ventennio"

Andrea Tempestini
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Come Eugenio Scalfari. Come Antonio Di Pietro. Come Marco Travaglio. Come un Bersani qualsiasi. Peccato che a parlare sia Enrico Letta. Il piano, suo e di Giorgio Napolitano, viene confermato senza alcun timore. L'obiettivo è far fuori, definitivamente, Silvio Berlusconi. E per raggiungere l'obiettivo il premier si prende la briga di dire all'Italia che, per lui, l'era del Cavaliere si è chiusa. Chissenefrega dei voti, chissenefrega del fatto che, pur in modo rocambolesco, gli abbia appena accordato la fiducia. Chissenefrega del fatto che, nonostante l'ascesa di Angelino Alfano e i drammi giudiziari, il leader del secondo partito nella maggioranza delle larghe intese sia proprio il Cavaliere. Le bordate - Il premier parla a SkyTg24, intervistato da Maria Latella. E sentenzia: "Si è chiusa una stagione politica, mercoledì si sono chiusi vent'anni, in modo politico, con un confronto politico forte. Berlusconi ha chiesto che cadesse il governo e il Parlamento, in sintonia con il Paese, ha voluto che si continuasse". Il presidente del Consiglio parla del voto di fiducia, delle spaccature del Pdl e del repentino cambio d'idea di Berlusconi. Letta prosegue: "Ho preso un rischio, senza mediazioni, e in Parlamento ho detto che si votasse. Avevo detto che non volevo governare ad ogni costo e così è successo".  Letta archivia Berlusconi e il berlusconismo, all'unisono con il Colle vuole che il Cav sia ai margini della vita politica. Il premier "investe" Alfano, anche se il vicepremier, nonostante la quasi-rottura, dopo queste frasi dovrà fronteggiare non pochi imbarazzi con Berlusconi.   La risposta di Alfano al premier Letta:  "Non accettiamo ingerenze nel Pdl" Leggi l'approfondimento   Le promesse - Il premier tira dritto per la sua strada, e forte di una maggioranza (quasi) blindata spiega: "Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi presenteremo una legge di stabilità e lavoreremo a mettere ordine nelle aliquote Iva. Lo faremo tenendo conto dei problemi della finanza pubblica". Letta assicura che la legge sull'abolizione al finanziamento dei partiti dovrebbe essere approvata entro l'anno: "Se non verrà approvata entro il 21 dicembre, il governo userà un decreto legge". Quindi il premier garantisce: "Nel 2014 i lavoratori avranno un beneficio in busta paga e le imprese avranno un vantaggio che sarà una spinta ad assumere e capitalizzare le loro imprese". Addio amazzone - Ma il cuore dell'intervista rilasciata da Letta è tutto politico. Sono quelle parole durissime, quasi sprezzanti, su Berlusconi. Ci tiene a sottolineare che quel "grande" catturato dalle telecamere in Parlamento dopo il sì alla fiducia di Berlusconi era "ironico", quasi a prendere le distanze dalle sue stesse parole. Eppoi il premier mette la parola fine al "giallo-Biancofiore": "Ho accettato le dimissioni del sottosegretario Biancofiore perché dopo che i ministri le avevano ritirate lei le ha mantenute. Quindi le ho accettate per far capire che sono cambiate le cose". Il senso è chiaro: il premier, di concerto col Colle, vuole espellere ogni "corpo" berlusconiano dalle larghe intese. Le cose "sono cambiate". E Alfano che dice?

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