Scissione Pdl-Forza Italia: è un problema economico, non politico
Il nuovo partito azzurro, se non si sciogliesse il vecchio, nascerebbe con oltre 100 milioni di debiti
L'ultimo, disperato tentativo del Cavaliere, secondo quanto sostengono i fedelissimi, è quello di tenere unito il Pdl anche a costo di "sacrificare" il futuro di Forza Italia, che rischia di trasformarsi in una bad company in cui relegare i "falchi". Di questo starebbe ragionando il Cavaliere in queste ore: ma non è solo una questione politica. E' anche, e soprattutto, una questione economica, una questione di soldi, molti soldi. " "Se si scioglie il Pdl non possiamo riscuotere le altre rate dei rimborsi elettorali", ha avvertito il tesoriere del Pdl Maurizio Bianconi. Mica poco, rivela il Fatto: si tratta di qualcosa come 25 milioni di euro che se la scissione viene fatta dai forzisti rimarrebbero nelle mani di Angelino Alfano. Se invece Berlusconi sciogliesse il Pdl quei soldi andrebbero persi e il nuovo partito azzurro proprio non se lo può permettere. Anzi il Cav non se lo può permettere perché rischierebbe di perdere oltre 120 milioni di euro ai quali vanno aggiunti altri 15 milioni buttati quest'anno per pagare un vecchio debito. La spiegazione, secondo Il Fatto, è che Berlusconi avrebbe garantito fidejussioni al Pdl per 14,8 milioni di euro e gli ha pure firmato un "prestito infruttifero" da 2,8 milioni. Se dà il via libera ai falchi per creare il partito dei duri e puri rischia di non vederli più. A questi vanno aggiunti i costi della vecchia Forza Italia che ancora vive, anzi sopravvive, con un bilancio che nel 2012, secondo i numeri tirati fuori da Sandro Bondi, si è chiuso con un rosso di 25,5 milioni e un disavanzo patrimoniale di 65,9 milioni di euro con fidejussioni sottoscritte da Silvio Berlusconi per ben 102,7 milioni di euro. Insomma la nuova Forza Italia "scissionista" rischia di costargli un patrimonio.