Tragedia a Lampedusa, l'Europa accusa l'Italia, ma la colpa è della Ue
La tragedia di Lampedusa ha inevitabilmente aperto il dibattito (in realtà mai chiuso) sulla Bossi-Fini. Proprio ieri, 2 ottobre, un rapporto l'Europa accusava l'Italia per le politiche dsull'immigrazione. L'ennesima tragedia del mare arriva all'indomani di questo rapporto aveva giudicato "sbagliate o controproducenti" le misure prese in questi ultimi anni dall'Italia per gestire i flussi migratori. In un rapporto approvato all'unanimità dalla commissione migrazioni dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa si sottolinea che quanto fatto sinora non ha messo "l'Italia in grado di gestire un flusso che è e resterà continuo". Il rapporto critica i ritorni forzati di immigrati in paesi, come la Libia, dove rischiano la tortura, se non la vita, la gestione dei Cpt, la decisione di dichiarare continuamente lo stato d'emergenza per "adottare misure straordinarie al di la dei limiti fissati dalle leggi nazionali e internazionali". Nel testo si afferma poi che "a causa di sistemi di intercettazione e di dissuasione inadeguati", l'Italia si è di fatto trasformata in una calamita per l'immigrazione, in particolare per gli immigrati che cercano una vita migliore all'interno dell'area Schengen. E come se non bastasse nel documento si afferma che alcune delle scelte fatte dalle autorità italiane "rischiano di minare la fiducia nell'ordine legale europeo e nella Convenzione di Dublino". La verità è che l'Europa è rimasta sempre a guardare, limitandosi a bacchettare l'Italia senza mai intervenire sul tema. L'accusa di Napolitano - L'accusa all'Europa arriva anche da Giorgio Napolitano: "Non si può girare attorno alla necessità assoluta di decisioni e azioni da parte della Comunita' internazionale e in primo luogo dell'Unione Europea". . "E' indispensabile - sottolinea il Capo dello Stato - stroncare il traffico criminale di esseri umani in cooperazione con i Paesi di provenienza dei flussi di emigranti e richiedenti asilo. Sono pertanto indispensabili presidi adeguati lungo le coste da cui partono questi viaggi di disperazione e di morte". "E, tanto per cominciare, non e' accettabile che vengano negati a un'istituzione valida creata dalla Commissione Europea - il Frontex - mezzi adeguati per intervenire senza indugio". D'accordo con lui Roberto Maroni. Dello stesso parere il deputati del Movimento Cinque Stelle che, in una nota scrivono: "Le responsabilità di questa tragedia sono tutte dell'Unione europea, che abbandona l'Italia a se stessa senza colpo ferire. Da Bruxelles sono pronti a intervenire sull'economia del nostro Paese, portandoci verso una disastrosa crisi sociale. Quando invece al centro ci sono i diritti e una norma liberticida come la nostra legge sull'immigrazione non fa nulla. Lascia l'Italia al proprio destino, e ancor peggio e' complice della morte di migliaia di immigrati nel Canale di Sicilia ed in altri scenari. Il ministro Alfano piuttosto che fare un'inutile passerella situazionista a Lampedusa vada a Bruxelles per chiedere un intervento comunitario. Il MoVimento 5 Stelle ha gia' chiesto e continua a chiedere un tavolo europeo sull'immigrazione. Non si puo' piu' rimandare" L'affondo di Grasso e la replica di Bossi - Appena si è avuta contezza dell'enormità della tragedia, si sono susseguite le dichiarazioni dei politici. Della necessità di cambiare la Bossi-Fini ha parlato anche il presidente del Senato Pietro Grasso che ha detto: "Quella che è avvenuta a Lampedusa è una tragedia enorme, della quale ancora non conosciamo l'entità. Immaginare l'orrore dei cinquecento migranti su quel barcone in fiamme che si è inabissato è impossibile. "Il richiamo alla responsabilità, all'accoglienza e al soccorso di chi fugge da situazioni disperate - aggiunge il presidente Grasso - deve essere sentito da tutte le forze politiche e deve portare a una revisione della nostra legislazione in materia e a una più attenta gestione dei flussi migratori. Noi non possiamo lasciare al loro destino i migranti, l'Italia non deve essere lasciata sola dall'Europa: questa sfida coinvolge tutta la comunità internazionale sia nell'accoglienza che nel sostegno ai paesi di origine, affinchè la fuga non sia la sola speranza. Prioritaria in questo senso la creazione di un corridoio umanitario per i profughi e la repressione della tratta di esseri umani entre le operazioni sono ancora in corso - conclude il presidente del Senato - invio un sentito ringraziamento a tutti coloro che, a vario titolo, stanno prodigandosi per il soccorso e il salvataggio". Arriva immediata la replica di Umberto Bossi: "E' perfetta, non va cambiata. E' l'unica piccola difesa rimasta al Paese. Bisogna stare attenti a non dare messaggi sbagliati, sennò la gente arriva qui in massa", ha spiegato Umberto Bossi. "Sbagliano tutti coloro che mandano messaggi che attirano la gente - ha aggiunto il Senatur - non solo Kyenge-Boldrini, è un problema della sinistra". La rassegnazione della Bonino Il ministri degli Esteri parla di: "Una tragedia infinita”, di “un dramma inenarrabile. "Gli esodi - ha detto il ministro a margine dell'incontro con l'omologo saudita Saud al-Faisal a Villa Madama - non hanno una soluzione miracolosa, altrimenti l'avremmo già trovata e perseguita”. Il ministro ha aggiunto che a Lampedusa la tragedia è stata aggravata dal fatto che “è avvenuta di notte” e “ormai fa freddo, non sanno nuotare, non sanno dove andare, insomma una tragedia infinita”.La Bonino ha infine precisato che “le dinamiche di questo dramma inenarrabile saranno chiarite nelle prossime ore, so che il ministro degli Interni andrà in loco”. Le parole della Boldrini - L'Aula della Camera ha osservato un minuto di silenzio in segno di cordoglio per le vittime di Lampedusa. "C'è una nuova immane tragedia che questa mattina ha fatto irruzione nella cronaca e nel nostro lavoro", ha detto la presidente Laura Boldrini nel prendere la parola. "La sua dimensione è tremenda: oltre 90 morti tra cui bambini e donne incinte e non è affatto certo che questo pesantissimo bilancio sia definitivo. Una strage sconvolgente, ma possiamo dircene sorpresi", ha proseguito. "I motivi che spingono queste persone a mettersi in viaggio sono sempre gli stesi da troppi anni: guerre, persecuzioni e violazioni di diritti umani", ha ricordato. "E' questo l'aspetto che più turba: il fatto che assistiamo da tempo a drammi identici sentendoci coinvolti, pronunciando parole di sincera commozione, ma senza individuare soluzioni", ha sottolineato. "Le parole giuste le ha trovate ancora una volta Papa Francesco che l'ha definita semplicemente 'una vergognà", ha spiegato.