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Napolitano: "Finisca il gioco al massacro"

Il presidente Giorgio Napolitano e, sullo sfondo, Gianni Letta

Il presidente della Repubblica: ha vinto la fermezza.

Lucia Esposito
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Ha seguito il voto in Senato davanti alla tv, interrotto da numerose telefonate col premier. Ha ascoltato attentamente tutti gli interventi dando la giustra importanza anche alle virgole e agli incisi degli interventi.  Giorgio Napolitano come praticamente tutto il mondo politico, ha sobbalzato di sorpresa quando un Silvio Berlusconi con le mani giunte all'altezza della cintola ha rinunciato al muro contro muro. Nel pomeriggio ha diviso il suo tempo tra una serie udienze private e la cronaca del dibattito alla Camera, resa inutile dall'esito del voto al Senato come un quarto set di tennis quando si è già sul tre a zero. Giorgio Napolitano ha vissuto così la giornata dello show-down in cui si è misurata la capacità di determinazione e il carattere dei protagonisti. La fermezza è quello che si aspettava da parte del governo, e pare proprio sia stato accontentato. La nota - Il suo piano, quello di dare al governo di Letta una forte legittimazione è pienamente riuscito. In forma ufficiosa fa filtrare la sua soddisfazione per l'atteggiamento del premier, poi attenda che si esaurisca la prima e la seconda chiama del voto di fiducia a Montecitorio, e lascia che l'ufficio stampa dirami una breve e puntuta nota. Eccola: "L'essenziale è che il governo ha superato la prova, vinto la sfida e innanzitutto per la serietà e la fermezza dell'impostazione sostenuta dal Presidente del Consiglio dinanzi alle Camere. In quanto alla prospettiva che si apre in uno scenario politico in via di mutamento, chiaramente il Presidente del Consiglio e il governo non potranno tollerare che si riapra un quotidiano gioco al massacro nei loro confronti". Una nota che contiene un paio di passaggi di una certa delicatezza. Nessun riferimento al ripensamento berlusconiano di fine mattinata, ma una sottolineatura che il collo di bottiglia non ha impedito il passaggio del governo. Anche se si può notare, in quell'"essenziale", una sorta di sollievo, come se il risultato raggiunto non fosse del tutto soddisfacente, anche se comunque molto apprezzabile. Insomma, il governo regge. Enrico Letta ha vinto mentre il messaggio per il Cav che si nasconde dietro le parole formali è chiarissimo: dopo il voto di fiducia. Berlusconi non può più pensare di legare le sue vicende giudiziaire alla vita del governo.  Berlusconi avvisato - Nessun riferimento nemmeno all'avventura che si è aperta all'interno del Pdl. Difficile per un Capo dello stato entrare nel merito delle vicissitudini interne di una componente politica. Piuttosto si guarda avanti, verso il lavoro da fare nei prossimi mesi fino ad arrivare almeno al 2014, come indicato esplicitamente alla vigilia del dibattito sulla fiducia. C'è molto da fare, non ci si può fermare. L'altro punto indicato non più in là di 48 ore fa era la necessità di un chiarimento. Questo forse è l'unico punto dove il risultato non è totalmente quello auspicato. Il ripensamento berlusconiano, in fondo, impedisce quel "chiarimento" che il Quirinale vedeva come condizione essenziale per l'aprirsi della prossima stagione politica. Il chiarimento è giunto a metà, ed in più la partita nel centrodestra è aperta, con quasi tutte le variabili ancora aperte. Forse è un caso, ma l'ultima frase della nota inizia proprio con l'avverbio "chiaramente". "Chiaramente il Presidente del Consiglio e il governo non potranno tollerare che si riapra un quotidiano gioco al massacro nei loro confronti", mette in chiaro Napolitano. Un avvertimento a chi oggi, magari, ha trovato un escamotage per non finire nell'angolo. Il messaggio è  più o meno questo: Berlusconi non deve credere che domani si possa riprendere con il solito andazzo della doccia scozzese sul governo. Anche perchè Letta promette di essere fermo, e Napolitano di certo non gli consiglierà di fare altrimenti

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