Alfano, si prende il PdlI nuovi rapporti di forza Angelino-Cav
L'ex delfino ha vinto la partita della fiducia a Letta: ha rotto il tabù della monarchi berlusconiana
L'uomo senza quid, l'eterno delfino di Silvio ha "ucciso" il padre. Lo strappo si è consumato già sabato scorso quando a sua insaputa Berlusconi con i falchi avevano deciso le dimissioni dei ministri (comunicandogliele a cose fatte via telefono) e di staccare la spina al governo Letta, ma la rottura è diventata sempre più frattura insanmabile fino al vertice notturno a Palazzo Grazioli martedì sera, alla vigilia di un voto di fiducia che riguardava non solo il futuro delle larghe intese ma contemporaneamente anche quello di Alfano, di Silvio Berlusconi e dello stesso centrodestra. La rottura Un vertice in cui si sono ritrovati l'uno davanti all'altro. Il padre e il figlio. E questa volta l'ex delfino ha avuto il coraggio di dissentire dal Cavaliere, è andato avanti per la sua strada mantenendo la linea filo-governativa pur sapendo che questa scelta avrebbe compromesso il rapporto con il suo mentore. Come scrive Fausto Carioti su Libero in edicola oggi mercoledì' 2 ottobre, "Alfano ha resistito alle lusinghe e alle minacce. Obbligando il proprio padre politico alla scelta più drammatica: accettare la linea delle colombe, cioè votare la fiducia al governo o subire la spaccatura nel partito. In questi anni Silvio Belrusconi si era trovato tante volte a dover trattare, perfino a fare retromarcia. Ma le imposizioni erano arrivate di volta in volta dai maglistrati, dagli avversari, dagli alleati. Mai da qualcuno del suo partito dove fino a ieri c'è stata un'unica regola: "la parola del capo è legge". Il futuro Alfano è andato avanti per la sua strada, quella che riteneva più giusta. L'inversione di rotta è toccata a Silvio Berlusconi che, alla fine di una mattinata ad altissima tensione, ha dato il suo appoggio a Letta per senso di responsabilità è sicuramente una sua vittoria. Adesso il futuro è nelle sue mani. Il suo futuro e quello del centrodestra. Adesso il partito è nelle sue mani. Emblematica l'immagine di Angelino Alfano che alla fine delle parole di Berlusconi si apre ad un sorriso di gioia, sollievo, soddisfazione, compiacimento e, forse, anche rivalsa: Silvio Berlusconi ha appena annunciato la fiducia al governo. La giornata finisce in gloria e lui batte le mani. Non a lungo, ma in modo molto partecipato. Da oggi cambiano gli equilibri e anche il suo rapporto con Berlusconi. I falchi sembrano volati via. Alfano ha al suo fianco anche il premier Enrico Letta. Quasi un riso, il suo. Ma senza mostrare tutti e 32 i denti, come invece fa Alfano. Da oggi il leader è lui. Ci si chiede quale sarà il suo futuro: se resta nel Pdl o preferisce "migrare" nel neonato gruppo di moderati a cui hanno già aderito 24 senatori azzurri. L'attacco di Silvio Immediata la domanda dei giornalisti a Berlusconi. "E' stato tradito da Alfano?". L'ex premier non ha risposto. Ma poi con alcuni deputati azzurri si sarebbe lasciato andare ad un commento che non lascia aperti troppi spazi all'interpretazione: "Con Angelino Alfano alla segreteria del partito, siamo scesi al 12%".