Sondaggi, Pdl giù del 6 per cento. Berlusconi pensa alla retromarcia: ecco l'offerta a Letta
Silvio detta le condizione ad Alfano: ora il segretario è a colloquio col premier. Ecco le richieste per votare la fiducia
A dettare la linea sono i numeri. I sondaggisti nelle ultime ore si danno un gran da fare per capire cosa possa accadere nel caso in cui ci sia una drammatica scissione del Pdl e nasca un nuovo soggetto politico che raduni i dissidenti azzurri, gli "alfaniani" pronti a votare per un Letta-bis. Il segretario del Pdl ha smentito le voci insistenti di un movimento indipendente dal Cav chiamato "Nuova Italia". Ma i sondaggisti si sono messi a lavoro. Un nuovo partito guidato da Alfano si muoverebbe in una forbice di consensi elettorali tra il 10 e il 15%. Nicola Piepoli non ha dubbi: ''Questa nuova idea di partito sarebbe un bel 'bambino grassoccio' e con un grande futuro. Ha il 10% potenziale''. Ma Piepoli avverte: ''Se ci sono le personalita' degli attuali ministri e il leader e' Alfano, questa percentuale potrebbe salire di molto''. L'analista sonda gli umori: ''In Italia -sottolinea- ci vuole una destra storica che ha bisogno di esponenti di spicco ma soprattutto moderati. Quest'area politica cerca un 'giolittiano del futuro': potrebbe essere l'attuale vice premier''. Anche per Antonio Noto, direttore Ipr Marketing: "Alla fine potremmo quotare l'eventuale nuovo partirto tra il 10-15%''. Dunque la fetta di elettorato che può seguire Alfano in una nuova avventura non è piccola. Il Cav probabilmente lo sa e allora a palazzo Grazioli si analizzano i dati di Forza Italia e del Pdl dopo la bagarre degli ultimi giorni. Allarme sondaggi - Il Pdl nell'ultima settimana, in media, secondo le rilevazioni di diversi istituti, ha perso ben 5-6 punti percentuali, facendosi sorpassare dal Pd. Il passaggio dal Pdl a Forza Italia a quanto pare non ha convinto definitivamente l'elettorato di centrodestra. Il nuovo partito del Cav infatti si attesta al 25 per cento contro il 29 di partenza del Pdl. La coalizione di centrodestra sarebbe al 33 per cento mentre quella di centrosinistra al 35 per cento. Berlusconi ha guardato i numeri e così ha pensato di intavolare, via Alfano, una trattativa con Letta. Berlusconi avrebbe dettato alcune condizioni per assicurare la fiducia al premier. Iva e Imu - Il primo nodo da sciogliere è la questione fiscale. Se Letta dovesse cadere potrebbe tornare immediatamente l'Imu, con la seconda rata, e a quel punto l'Iva resterebbe al 22 per cento. Il Cav sa bene che sulle tasse si gioca tutta la sua partita. Così ad Alfano ha dato sette giorni di tempo per inserire nel programma di Letta l'immediato blocco dell'Iva con un ritorno al 21 per cento e con l'abolizione totale dell'Imu. Alfano, da par suo, nel corso del vertice avrebbe spiegato a Berlusconi che la gente farebbe fatica a capire le ragioni del suo strappo, e potrebbe dare la colpa proprio al Cavaliere per l'aumento Iva e la stangata dell'Imu. Un ragionamento che, almeno in parte, ha fatto breccia nel leader del Pdl. Riforma della giustizia - Altro fronte, inoltre, è quello giudiziario. Il voto sulla decadenza del Cav è alle porte. Il 4 ottobre la Giunta per le immunità voterà per farlo fuori da palazzo Madama. Così Berlusconi, nell'incontro con Alfano, ha chiesto di inserire nell'agenda di governo un'immediata riforma della giustizia. Di fatto Letta adesso è a un bivio. Nel discorso che leggerà alle Camere tra mercoledì e giovedì, dovrà assolutamente parlare di Iva (da congelare), Imu (da abolire) e giustizia (da riformare). Le condizioni del Cav sono queste. Ad Alfano le ha riferite in modo chiaro e gli ha dato mandato di esporle a Letta stesso. In questo momento il segretario del Pdl è a palazzo Chigi per un incontro con il premier. Sono presenti Quagliariello, Lorenzin, Lupi e tutti i ministri. Insieme dovranno presentare il conto a Letta. Se dovesse accettare, Berlusconi sarebbe anche disposto a tirare il freno a mano. Obiettivo salvare il governo, ma soprattutto il partito. Il Cav deciderà presto se restare falco o diventare colomba.