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Pdl, la cena delle colombe: ecco come Quagliariello ha convinto gli azzurri

I ministri riuniti a cena nella casa romana del titolare delle riforme. Alfano per la prima volta diversamente berlusconiano: "Non ci faremo intimidire"

Michele Chicco
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Tutte le colombe riunite attorno ad un tavolo. Domenica sera, giorno del compleanno di Silvio Berlusconi, la cena più importante non è stata né ad Arcore e né Palazzo Grazioli, ma nella casa romana del ministro Gaetano Quagliariello, al quartiere Salario. "Non ci faremo intimidire" ha detto Angelino Alfano stamattina e queste poche parole sono il succo di quello che ieri sera è stato deciso. C'erano tutti i ministri dimissionari del Popolo della Libertà: la barca sulla quale navigano è la stessa e quindi è bene adottare una strategia comune. Ecco perché Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin si sono fiondate a casa del ministro: hanno bisogno di una sponda dopo la vittoria dei 'falchi' perché sanno che senza coperture il loro futuro all'interno di Forza Italia è praticamente nullo. Maurizio Lupi e Alfano sono gli unici che, insieme a Quagliariello, possono aiutarle. "E' il momento di fare un piano comune": era questo l'obiettivo ed è stato centrato.   In Parlamento - Gli azzurri del governo sono convinti che il lavoro dell'esecutivo guidato da Enrico Letta sia ottimo. Tra tante difficoltà dettate più dal clima che dalla politica, sono riusciti a spuntare alcuni successi importanti e soprattutto sono convinti di aver programmato l'agognata ripresa: ora il loro obiettivo primario è salvare il salvabile, evitare l'aumento delle tasse e restare al timone del Paese. Quindi, anche se sabato Berlusconi ha detto che si sarebbero dovuti dimettere, loro sono convinti di non dover seguire il capo. "Non è un tradimento - si autoconvincono - ma è per il bene dell'Italia". Quagliariello, che ha sempre avuto questa linea, è riuscito a convicere gli ospiti che bisogna far leva sul senso di responasbilità e non lasciarsi sedurre dai sentimenti di pancia. Quando la crisi verrà formalizzata in Parlamento, insomma, potrebbero esserci sorprese.  Equilibri al tavolo - Seduti nel salotto di casa Quagliariello, la colomba più decisa a seguire la linea del ministro delle Riforme costituzionali era la Lorenzin; poi Alfano che ieri pomeriggio, con un sussulto, aveva ritrovato il suo "quid". "Sarò diversamente berlusconiano" aveva detto e durante la cena ha provato, per la prima volta, i nuovi panni. Lupi, anche, era convintissimo perché per puntellare il suo potere in Comunione e Liberazione deve sostenere Letta, nonostante Silvio non voglia. La De Girolamo, sposata con Francesco Boccia e con le larghe instese in casa, sembrava la meno convinta, ma si è lasciata sedurre perché, in questi tempi, da soli non si riesce ad andare lontano. Tutti uniti nel nome della continuità: Quagliariello è riuscito a convincere i colleghi, adesso tutti seguiranno la stessa linea. Il piano - L'idea è quella di smarcarsi dalla linea scelta e cercare una nuova maggioranza in Senato. Le possibilità ci sono: basterebbero alcune decine di senatori per andare avanti ("venti senatori sono già pronti a votare Letta", dicono fonti Reuters) e i ministri possono contare su un nutrito numero di eletti. E' probabile, però, che la rinascente Forza Italia possa far pagare a caro prezzo quello che, per i falchi, è un tradimento. A quel punto nascerebbe un nuovo gruppo parlamentare, seguendo l'esempio della Francia gollista (vero pallino di Quagliariello): da diversamente berlusconiani, le colombe continuerebbero a portare avanti Letta, provando a costruire il partito di domani. Scelta Civica guarda con fortissimo interesse questa prospettiva perché piace e non si esclude che i montiani possano avvicinarsi, molto, proprio ad Alfano e Quagliariello.  Sceneggiatura - Loro due sono i veri registi: Alfano deve salvarsi perché dopo la vittoria della linea di Daniela Santanché rischia di tornare a fare il consigliere provinciale in Sicilia; Quagliariello, invece, è uomo di Giorgio Napolitano al governo e si sente più tecnico che politico. Vuole cambiare l'Italia e se non potesse farlo con Silvio se ne farebbe, volentieri, una ragione. Le basi per tutto questo sono state lanciate ieri sera e la scenaggiatura del film è dettagliata: le prossime ore saranno decisive. Quando Alfano incontrerà Berlusconi nel pomeriggio, prima della riunione congiunta dei gruppi parlamentari, comunicherà quello che è stato deciso nell'appartamento romano di Quagliariello. Per rendere la pillola meno amara, oggi i ministri diranno, anche, che non voteranno a favore della decandenza del Cavaliere: non vogliono passare da traditori, le loro sono solo cene "per il bene dell'Italia". Michele Chicco

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