Pdl, Alfano contro Sallusti: "Non farò la fine di Fini, sei tu che fregasti Berlusconi"
Angelino tira fuori il quid e spara sul direttore del Giornale: "Con noi ministri non funziona il metodo Boffo, non abbiamo paura". Messaggio a tutti i falchi
"Non farò la fine di Fini, con me non funziona il metodo Boffo". Altro che colomba. Angelino Alfano tira fuori il quid e dichiara guerra ad Alessandro Sallusti, Daniela Santanchè e ai falchi berlusconiani, in politica e nella stampa. Se tra Angelino e Pdl sarà rottura si saprà tra qualche ora, dopo gli incontri con Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del partito nel pomeriggio, quando si tenterà di risolvere il caos sollevato dalle dimissioni dei ministri azzurri. Un'anticipazione di crisi di governo maldigerita da tutti gli esponenti filo-larghe intese del partito e che rischia di piazzare una bomba sotto le fondamenta della prossima Forza Italia. I ministri Gaetano Quagliariello e Beatrice Lorenzin si sono già chiamati fuori dal futuro partito, Maurizio Lupi quasi, Alfano per ora tace. Di sicuro, c'è solo che tutti e 5 i ministri (Alfano, Quagliariello, Lorenzin, Lupi e De Girolamo) hanno rassegnato le proprie dimissioni come chiesto dal Cavaliere sabato pomeriggio. "Alfano, fai come Fini?" - A loro Sallusti aveva riservato un editoriale di fuoco, sul Giornale di lunedì 30 settembre. Il direttore ha criticato la loro scelta di "distinguersi" dalla linea intrapresa dal Cavaliere, "non si capisce se sulle orme di quel genio di Gianfranco Fini". "Alfano non può non sapere - continua Sallusti - che Berlusconi non è uomo condizionabile, come dimostra la sua vita di politico e imprenditore". Attribuire all'influenza dei falchi (tra cui, naturalmente, c'è la Pitonessa Santanchè, compagna di Sallusti) è forse, secondo l'editoriale, "un modo per esorcizzare il fallimento di una alleanza, quella con il Pd, in cui avevano creduto e nella quale volevano continuare a crederedalla comoda poltrona di ministri". Quindi la profezia: finora chi ha deciso di lasciare Berlusconi per buttarsi nel centrosinistra è finito male: "Vi ricordate Fini? E Casini? Ecco, avanti i prossimi. Finora il centro è stato solo il cimitero degli inciucisti". "Non abbiamo paura" - Alfano però rifiuta il destino di cadavere politico auguratogli da Sallusti. E parte all'attacco: "E' bene dire subito al direttore de Il Giornale, per il riguardo che abbiamo per la testata che dirige e una volta letto il suo articolo di fondo di oggi, che noi non abbiamo paura". Alfano parla a nome di tutti i ministri dimissionari: Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello. "Se pensa di intimidire noi e il libero confronto dentro il nostro movimento politico, si sbaglia di grosso. Se intende impaurirci con il paragone a Gianfranco Fini, sappia che non avrà case a Montecarlo su cui costruire campagne. Se il metodo Boffo ha forse funzionato con qualcuno, non funzionerà con noi che eravamo accanto a Berlusconi quando il direttore de Il Giornale lavorava nella redazione (del Corriere della Sera, ndr) che divulgò la notizia dell'informazione di garanzia al nostro presidente, durante il G7 di Napoli, nel 1994". Un modo educato, ma velenoso, per aprire le ostilità nel giorno più lungo nella storia del Pdl. La replica di Sallusti - Ma la battaglia continua. Nell'editoriale di oggi, primo ottobre, Sallusti risponde ancora ad Alfano. " Mi sono preso un delirante e minaccioso comunicato firmato da Alfano e dai ministri dimissionari nel quale mi si accusa di killeraggio mediatico. Lo chiamerei 'metodo Alfano': parlare a 'nuora' (io) perché suocera (a me sconosciuta) intenda quando le cose non vanno come lui avrebbe voluto. Nel calcio si chiama 'fallo di frustrazione'. Mi spiace, ma io non abbocco". Il Giornale continuerà "a raccontare in libertà ciò che risulta delle vicende interne del partito", conclude. di Claudio Brigliadori