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Già spariti i senatori a vitaZero presenze in aula

Dalla nomina dello scorso 30 agosto, solo la Cattaneo si è fatta vedere in aula (2 volte). E pensare che lei, Abbado, Piano e Rubbia ci costano un milione l'anno

Matteo Legnani
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Il 'caso' è scoppiato  lo scorso giovedì, 19 settembre, quando l'aula di Palazzo Madama stava discutendo il decreto legge per la valorizzazione e il rilancio dei beni culturali. E' stato allora che il senatore leghista Stefano Candiani si è alzato e ha chiesto al presidente: "Qui si parla di cultura, dove sono i nostri colleghi a vita?". Cioè il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, il direttore d'orchestra Claudio Abbado, l'archistar Renzo Piano e la ricercatrice Elena cattaneo. Assenti. E non era un caso, quello di giovedì: Da quando infatti i 'magnifici quattro' sono stati nominati senatori a vita, l'unica che si è fatta vedere nell'aula di Palazzo Madama è stata la cattaneo: 2 presenze e due votazioni. Su un totale di 14 sedute e 138 votazioni. Gli altri: zero presenze Rubbia, zero Abbado, zero Piano. Lor signori (e signora) non ci rimetteranno un euro, per le assenze fatte. Il regolamento del Senato prevede, infatti, che ai senatori 'normali' vengano applicate decurtazioni sulla diaria mesile di 3.500 euro per ogni giornata di assenza dai lavori parlamentari. Ma la decurtazione non si applica ai senatori a vita, che quindi a fine settembre intascheranno tutti i 3.500 euro. Cui si aggiungono i 4.800 netti di stipendio, i 4.180 per il supporto collaboratori (da rendicontare), più altri 1.650  di 'rimborso forfettario per spese generali'. In tutto, tra i 9mila e i 13mila euro netti al mese, che moltiplicato per quattro e per dodici mesi fanno 480mila euro netti l'anno. Cioè, un milione con le tasse. Senza tener conto degli uffici a palazzo Giustiniani con tanto di personale. 

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