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Pd, congresso l'8 dicembre.Renzi: "Ora voglio le regole"

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L'assemblea democratica sceglie la data per l'apertura del congresso che deciderà il nome del nuovo segretario. E' scontro sulle regole. Il rottamatore: "Devono essere chiare"

Ignazio Stagno
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Il congresso del Pd si terrà l'8 dicembre. La data l'ha proposta il segretario Guglielmo Epifani ed è stata condivisa dai vicepresidenti dell'assemblea democratica. "Noi dobbiamo svolgere il Congresso entro l'anno. Questo e' un impegno che noi dobbiamo rispettare. Propongo di fissare la data per l'8 dicembre'' ha affermato Epifani. ''Ne ho parlato con i vicepresidenti di questa assemblea e si sono dichiarati d'accordo - ha aggiunto -. Dobbiamo uscire dal nostro congresso con chiarezza sulle scelte che ci attendono, a iniziare dalle prossime elezioni europee di primavera''. ''La commissione sta ancora lavorando sulle regole ma io intanto voglio dire - ha proseguito Epifani - che abbiamo bisogno di un Congresso che definisca il nostro profilo, chi siamo. Anche superando i limiti che abbiamo avuto in questa prima fase abbiamo bisogno di un Congresso che non si rinchiuda in se stesso. Ci chiedono che si possa fare una discussione partendo dai circoli''. Scontro sulle regole - Insomma l'8 dicembre il Pd eleggerà il suo nuovo segretario. Passa così la "linea-Renzi" che chiedeva un congresso entro l'anno. “Se manca la data l'assemblea esplode” avevano minacciato i renziani citando un calcolo sui tempi basato sullo scorso congresso, quello del 2009 e vinto da Bersani. “Iniziò a fine luglio e finì a metà ottobre: tolto agosto, significa che il congresso in due mesi o poco più si può concludere”, è il ragionamento dei sostenitori del sindaco di Firenze. Ora la data c'è. Ma lo scontro prosegue sulle regole. "Prima era il sette novembre, poi il 15 dicembre. Basta che non sia a Natale. Ci ha dato una data, ora aspetto le regole. Dovrebbe essere come quasi tutte le altre primarie, se fai le primarie ti apri, chiedi aiuto alle persone. Quindi spero che siano spalancate, non aperte", ha affermato il rottamatore. Renzi vuole presentare una sua lista. Mentre Cuperlo apre all'ipotesi di più liste. Con questa mossa, dalla parte di Cuperlo si schiera Giuseppe Fioroni che "lascia" Renzi a Franceschini. Con una lista unica il voto è diretto. Con più liste le "correntine" hanno più forza. Anche Franceschini voleva la sua lista, ma Renzi gli ha detto "no". Così adesso i dem, archiviata la "data" discuteranno sulle regole. In gioco c'è la leadership del Pd, ma anche una probabile premiership. Renzi guarda alla finestra elettorale di febbraio 2014 e vuole arrivare all'ora "X" da candidato premier e da segretario del Pd. (I.S.)

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