Giunta, Berlusconi: sì alla decadenza
Tutto come previsto: bocciata con 15 voti a 1 la relazione di Augello. Azzurri e Lega abbandonano i lavori per protesta contro il Pd
Gli ingranaggi della macchina lavorano a pieno ritmo. L'assedio a Silvio Berlusconi è continuo. Dopo la freschissima sentenza sul Lodo Mondadori e la risposta arrivata con il videomessaggio, il travaglio del Cavaliere prosegue con la Giunta immunità del Senato. La seduta è iniziata poco dopo le 20.30 e alle 22 c'era già il verdetto. Tutto come previsto: la relazione del Pdl Andrea Augello nel procedimento di decadenza a carico dell'ex premier è stata bocciata con 15 voti contrari (unico voto favorevole quello di Augello stesso, l'unico a non aver abbandonato i lavori). La Giunta, dunque, vuole far decadere Berlusconi. Tra le conseguenze del voto, anche la "decadenza" di Augello stesso: il novo relatore, ora, sarà il presidente della Giunta, il vendoliano Dario Stefàno. Via dalla Giunta - L'aria era molto tesa, tanto che i membri di Pdl, Lega Nord e Gruppo grandi autonomie, come si vociferava, già dopo la bocciatura delle prime due questioni pregiudiziali sollevate dal relatore Pdl (tutte e due bocciate con 14 no e 9 sì) hanno abbandonato i lavori. Il capogruppo Pdl in Giunta, Nico D'Ascola, ha spiegato che la decisione dei membri del suo partito è stata presa "non in segno di protesta ma perché, essendo state bocciate le pregiudiziali, abbiamo ritenuto inutile la nostra presenza". In precedenza fonti interne agli azzurri avevano spiegato che il gesto sarebbe stata una una protesta contro il Pd, che ha negato ogni tipo di mediazione, compreso l'ultimo tentativo, il cosiddetto "lodo Buemi". Augello, nella sua relazione, aveva chiesto la convalida dell'elezione di Berlusconi e, dunque, il mantenimento del seggio di senatore, nonostante la condanna a quattro anni nel processo Mediaset. Ora tocca a Silvio - Al termine dei lavori Stefàno ha confermato che "ho ritenuto di assumere personalmente" la responsabilità di incarico di relatore "perchè si continui sulla strada di un'impronta istituzionale" e "scevra da condizionamenti e appartenenze politiche". Quindi il presidente-relatore ha fatto chiarezza sul calendario: "Da questo momento si apre la cosiddetta procedura di contestazione che prevede una seduta pubblica, da non realizzare prima di dieci giorni da oggi, nella quale il senatore Berlusconi potrebbe presentarsi con i suoi legali" per illustrare le sue ragioni. Si dibatterà la questione, "con la possibilità che anche il senatore subentrante possa presentarsi con i propri legali per dibattere, e il mio prossimo passo sarà di recarmi dal presidente Pietro Grasso per fissare il calendario della seduta pubblica, cosa che farò domattina". Scintille in mattinata - Le tensioni e le scintille erano già arrivate in mattinata sulle modalità di voto previste. Il Pdl sostiene che ci debbano essere tre votazioni distinte; il Pd e il presidente Dario Stefàno invece insistevano per il voto unico. Con il suo intervento Augello aveva posto il problema della procedura. La discussione si è infuocata, e Lucio Malan ha lasciato in anticipo la seduta: "Si è finalmente capito che l'unico obiettivo è quello di eliminare dalla scena Berlusconi, l'unico in grado di sconfiggere la sinistra", ha tuonato con i giornalisti.