Forza Italia, Berlusconi vuole i falchi al comando
Lo scontro, più che in Giunta al Senato, sembra consumarsi all'interno del Pdl. L'esito del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi pare infatti scontato. Meno certezze, invece, sul futuro degli azzurri che presto diventeranno Forza Italia. Poche certezze anche sul futuro del governo, anche se qualcosa sembra muoversi. Il Cav, ora, è per la linea soft: dopo che lo impallineranno in Giunta - questi gli ultimi rumors - in un videomessaggio spiegherà le ragioni della sua innocenza, attaccherà i magistrati ma, per questioni di responsabilità e realpolitik, non farà crollare (subito) le larghe intese. Colombe in festa? - L'ultimo orientamento dell'ex premier è emerso dopo un sabato e una domenica di discussioni, di riunioni e consigli ad Arcore, dove continua il suo "auto-esilio" (e dove è comparso anche Giuliano Ferrara, primo consulente per il video). Secondo Berlusconi, tenere in vita il governo sarebbe una trovata strategica fruttuosa: oggi come oggi, si tratta dell'unica possibilità per arginare Matteo Renzi (senza scordare poi le ragioni economiche, ossia i contraccolpi a cui potrebbe essere esposta Mediaset nel caso di una crisi di governo). Colombe in festa, dunque, per la svolta moderata del leader? Non proprio. Falchi al comando - Già, perché, come detto, restano molti dubbi sulla Forza Italia che sarà. Il Cav, però, comincia a mettere i puntini sulle i. Secondo le indiscrezioni, nel suo discorso al Paese, non solo annuncerà la rinascita di Forza Italia, ma spiegherà anche che la gestione del partito sarà affidata ai cosiddetti falchi. I nomi: Denis Verdini, Sandro Bondi, Daniele Capezzone e, naturalmente, Daniela Santanchè, che - sarà un caso? - ha appena fatto sapere che nella nuova formazione politica non ci sarà spazio per Angelino Alfano, il segretario le cui deleghe evaporeranno. Alfano esautorato - Forza Italia, inoltre, dovrebbe inizialmente contare su un comitato di gestione provvisorio. Berlusconi avrebbe già scritto - ed eccoci al punto - anche una carta che trasferisce a Verdini tutte le deleghe operative che, fino ad oggi, erano state gestite da Alfano. Quindi le indiscrezioni sulla nomenklatura: Crimi tesoriere; ruoli di rilievo a Palmieri, Fontana, D'Alessandro e alla Calabria (un poker di falchi). Il Cav dovrebbe ritagliare un incarico anche a Michela Vittoria Brambilla: troverà posto nell'organigramma. Su Alfano, invece, è mistero.