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Berlusconi, i figli gli chiedono di dimettersi e di chiedere la grazia

Andrea Tempestini
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Obiettivo, salvare papà. Lavorano uniti Marina, Pier Silvio e Barbara. La prole scende in campo, si presenta ad Arcore con alcune cartelle controfirmate: la richiesta ufficiale di grazia al Capo dello Stato. Ma Silvio Berlusconi non molla, non accetta (per ora). Il Cav tiene duro, in attesa di capire che fare. Attendere il voto in giunta, la decadenza e il probabile crollo delle larghe intese oppure le dimissioni? Già, perché le dimissioni, unite alla richiesta di grazia presentata dai figli, gli permetterebbero di lasciare a Giorgio Napolitano la possibilità di pensare alla commutazione della pena detentiva in pecuniaria. O alla grazia. Il bivio - La situazione, in Giunta, resta tesissima. Dopo la fragile tregua di martedì sera è ripreso lo scontro tra Pd e Pdl. Il voto è inevitabile, la trattativa coi democratici è impossibile, tanto che anche il socialista Buemi ha sbottato, spiegando che arrivano diktat "non certo dal centrodestra" per far fuori il Cavaliere il prima possibile. In questo contesto, Berlusconi cerca di guadagnare tempo: se il voto arrivasse subito, prima che la situazione si sbloccasse (decidere sulla richiesta di grazia e la sfiducia a Letta), Napolitano verrebbe neutralizzato. Il voto definitivo dell'aula di Palazzo Madama farebbe precipitare la situazone: commutare la pena da detentiva in pecuniaria sarebbe più difficile. Salvare papà - Così i figli, a Villa San Martino, sono tornati a chiedere al padre di accettare la proposta di grazia. Lo avevano già fatto nelle scorse settimane, ma Berlusconi non ne aveva voluto sapere. Marina, Pier Silvio e Barbara, ora, sono convinti che non la politica, ma solo loro possano salvare il padre. Ma, come detto, per portare a compimento il piano sono necessarie le dimissioni dal ruolo di senatore. "Un gesto di responsabilità e coraggio", avrebbero detto i filgi. Un gesto che, però, per il Cav assomiglia a una resa. E infatti, Angelino Alfano, parlando delle possibili dimissioni del leader ha commentato tranchant: "Non lo farà". Ragioni economiche - Dietro la pressione dei figli, oltre all'amore per il padre, ci sono però anche ragioni economiche. Una grazia per salvare Mediaset e le aziende di famiglia. Lo scenario viene tratteggiato da La Stampa, che parla di una "segretissima ragione" dei ripetuti summit familiari, ossia una sistemazione patrimoniale avviata da Berlusconi a favore dei figli per evitare contraccolpi giudiziari - in concreto sequestri di pacchetti azionari e provvedimenti simili - sui vari interessi dell'azienda di famiglia. Ieri, mercoledì 11 settembre - e forse non è un caso - il titolo Mediaset in Borsa ha guadagnato oltre il 3 per cento.

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