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Il Parlamento italiano? E' pieno di scimmie. Vi spiego come ci siamo arrivati

Filippo Facci visto da Vasinca

Esiste un primato della politica sulla magistratura e restano tracce del principio secondo il quale il giudice ultimo delle scelte resta l'elettore. Ma...

Andrea Tempestini
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Il Parlamento con le sue giunte, se proprio volesse, potrebbe tranquillamente salvare Berlusconi e quindi precludergli le conseguenze penali delle sue condanne. Se così non fosse, la giunta che vota la «decadenza» non esisterebbe. La parola dei giudici non è la parola di Dio: figurarsi quella del giudice Esposito. Il capo dello Stato potrebbe graziare Berlusconi: e però - è l'obiezione ricorrente - che cosa potrebbe fare per le eventuali altre condanne, graziarlo tutte le volte? La risposta è sì. Potrebbe graziare Berlusconi dieci volte, se proprio volesse. È un discorso di pura esercitazione, questo: un vacuo rimettere i puntini sulle i. Ma ogni tanto andrebbe replicato a quanti prospettano le sentenze della magistratura come l'ineluttabile, e a quanti, perciò, vedono il Parlamento e il Quirinale solo come dei rallentatori burocratici o degli uffici di complicazione affari semplici. Un primato della politica sulla magistratura esiste ancora (dopodiché c'è ormai un primato della finanza sulla politica, ma è un altro discorso) e restano ancora tracce dei sacrosanti principi secondo i quali l'ultimo giudice delle scelte politiche rimane l'elettore, benché, a sua volta, defraudato di parte del suo potere dalla vigliaccheria del Porcellum. Ma la «porcata» del 2005, assieme all'abolizione dell'immunità del 1993, è ciò che ha progressivamente consumato questo primato e ha lasciato in Parlamento solo primati. Nel senso di scimmie.   di Filippo Facci

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