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Berlusconi, Pdl infuriato. Brunetta: "Nascerà maggioranza tra Pd, Sel e 20 dissidenti M5S"

Giulio Bucchi
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Il Pdl è imbufalito. Anzi, "esterrefatto" per usare il termine utilizzato dal segretario, nonché vicepremier Angelino Alfano. A far saltare sulla sedia lo stato maggiore azzurro, naturalmente, è stato l'atteggiamento da muro contro muro del Pd in Giunta per le Elezioni, dove lunedì sera è scoppiata la rissa tra centrodestra e centrosinistra. In ballo c'è la decadenza di Silvio Berlusconi e la sopravvivenza del governo di larghe intese presieduto da Enrico Letta. Ma il sospetto, in via dell'Umiltà (più che un sospetto, una certezza) è che dietro la linea dura sostenuta in Giunta da Felice Casson & Co. ci sia un materasso morbidissimo: un'alleanza tra Pd, Sel e Movimento 5 Stelle, o almeno 20 dissidenti grillini. "Maggioranza Pd-5 Stelle, abbiamo i nomi" -  "Se il Pd vota con Grillo cadrà il governo - è l'avvertimento di Renato Brunetta -. Se il partito cosiddetto democratico voterà assieme ai grillini per la decadenza, senza se e senza ma, del senatore Berlusconi farà cadere la coalizione di governo, la maggioranza di governo e quindi cadrà il governo. La responsabilità sarà solo e comunque del partito cosiddetto democratico". D'altronde, calca la mano l'ex ministro della Funzione pubblica, il ribaltone grillino "succederà certamente": "Sono circa 20, si sanno già anche i nomi. Al Senato, quello che si prospetta è una maggioranza Pd, Sel, fuoriusciti dal M5S".  "Il Pd mette in ginocchio l'Italia" - "Pur di eliminare per via giudiziaria lo storico nemico politico, preferiscono mettere in ginocchio il Paese", accusa Alfano, alzando la temperatura in vista della seduta decisiva di questa sera alle 20 a Sant'Ivo alla Sapienza, quando la Giunta si riunirà per votare le tre pregiudiziali presentate ieri dal relatore Andrea Augello (e il senatore azzurro Lucio Malan ne presenterà una quarta sulla natura penale o amministrativa della decadenza). Si parlerà della irretroattività della legge Severino. Concetto, sottolinea il segretario del Pdl, già chiarito da giuristi e personalità neutre, ma che il Pd vuole ignorare applicando la "Severino" retroattivamente e "in fretta e furia" al caso Berlusconi. "Tutto ciò è davvero incredibile oltre che insopportabile", attacca Alfano. Anche Mariastella Gelmini parla di "una corsa contro il tempo pur di eliminare in 48 ore il nemico di sempre" e pure la colomba Gaetano Quagliariello, ministro delle Riforme convocato da Alfano insieme agli altri colleghi di partito nel governo, si scalda: "Noi non vogliamo fare atti inconsulti ma non intendiamo subirli, la giunta del Senato ha l'obbligo di approfondire la posizione di un parlamentare, non si possono fare gli errori del passato". "Ormai è chiaro - twitta Mara Carfagna -, per il Pd vale il motto: muoia Sansone con tutti i Filistei. Non hanno capito però che loro saranno l'uno o gli altri".

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