Decadenza Berlusconi, tre pregiudizialiEcco come voteranno in Giunta
Il senatore Augello ha chiesto ai 23 membri di esprimersi su tre questioni che mettono in discussione la legge Severino
Andrea Augello si è presentato ieri a A Sant'Ivo alla Sapienza con tre questioni pregiudiziali invece che con la relazione che doveva rispondere alla domanda se Berlusconi deve decadere oppure rimanere al suo posto dopo la condanna Mediaset in forza della legge anticorruzione del 2012. La mossa di presentare le pregiudiziali, invece che la semplice relazione, ha ovviamente spiazzato la giunta che adesso si troverà a dover votare queste proposte e successivamente, probabilmente, dover esprimersi anche sulla relazione vera e propria. Al termine della seduta, Augello, davanti alle telecamere, ha assicurato ai cronisti che in caso di 'no' alle tre questioni sollevate, lui avrebbe comunque presentato la sua proposta sulla decadenza del Cavaliere. Dopo l'esame delle pregiudiziali, insomma, si dovrà aprire la fase dedicata alla relazione vera e propria e dunque alla proposta. Con inevitabile allungamento dei tempi. Le tre pregiuziali - Con la prima proposta il senatore azzurro ha chiesto alla giunta Giunta per le Immunità di Palazzo Madama di verificare l'ammissibilità di un ricorso alla Corte costituzionale sulle norme previste dalla legge Severino in materia di decadenza e incandidabilità. La seconda pregiudiziale di Augello solleva direttamente l'eccezione di costituzionalità su dieci profili indicati dal relatore. Nella terza pregiudiziale viene chiesto un rinvio interpretativo alla Corte di giustizia della Ue, con una procedura accelerata, per accertare la compatibilità della legge Severino con i princìpi del diritto comunitario. L'esito della votazione, a giudicare dalla composizione, è quasi scontato. Voteranno no alla decadenza i 7 senatori del Pdl e l'unica leghista, minoranza granitica quanto isolata: insieme al relatore Andrea Augello, ci sono Mario Ferrara (a capo del gruppo Grandi autonomie e libertà), Elisabetta Alberti Casellati (già sottosegretario alla Giustizia e alla Salute con Berlusconi), Giacomo Caliendo (ex sottosegretario alla Giustizia), Nicola D'Ascola, Carlo Giovanardi e, appunto, Erika Stefani della Lega Nord. I voti per la decandenza - Nessun dubbio anche su come si esprimeranno i quattro esponenti del Movimento 5 Stelle: tutti falchi anti-Cav da Vito Crimi, primo storico capogruppo grillino a Palazzo Madama, a Maurizio Buccarella (vicepresidente della commissione Giustizia), da Serenella Fuksia a Mario Giarrusso. Impensabile che cambino idea su uno dei cavalli di battaglia a 5 Stelle in campagna elettorale. Favorevole alla decadenza anche l'unico membro di Scelta civica, Benedetto Della Vedova (ex radicale, ex Pdl e infine finiano). Per il momento, nella Giunta per le Elezioni l'unico incerto è il socialista Enrico Buemi, eletto in Piemonte nelle file del Pd. Partito democratico che, almeno a parole, ha invece posizione solida e compatta. In effetti, tutti i membri dem della Giunta si sono detti sicuri di votare sì: sono l'ex magistrato Felice Casson, l'ex margheritino Giuseppe Cucca, la friulana (e renziana) Isabella De Monte, l'ex di Azione cattolica e segretaria del Pd Veneto Rosanna Filippin, l'ex assessore regionale in Calabria Doris Lo Moro, l'ex democristiano (oggi vicino a Renzi) Claudio Moscardelli, l'altro ex democristiano Giorgio Pagliari, l'ex presidente della Provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane. Chiude il drappello della sinistra il presidente della Giunta, Dario Stefàno di Sel.