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Decadenza Cav, scontro in Giunta tra Pdl e Pd

Caccia grossa a Berlusconi

Giulio Bucchi
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La Giunta che deciderà sulla legge Severino e la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi inizia subito con uno scontro. Il relatore Andrea Augello, del Pdl, ha proposto un rinvio del voto ma il membro del Pd Felice Casson si è già detto contrario. Sui tempi, più che sull'esito del voto (14 tra Pd, Sel, Scelta civica e M5S sono favorevoli alla decadenza, 8 tra Pdl e Lega contrari e un indeciso, il socialista Buemi), si giocherà tutta la partita. La Giunta è stata aggiornata per domani, martedì 10 settembre, alle ore 20. Governo a rischio - Arrivare a un voto in tempi brevi, di fatto, determinerebbe l'esclusione dalla politica di Berlusconi e la fine del governo Letta: il Pdl, infatti, non fa sconti; Schifani ha dichiarato: "Se si vota martedì e vengono respinte le pregiudiziali, il governo cade". Allungare l'attesa permetterebbe invece all'ex premier di cercare un'intesa con Colle e Pd per salvaguardare la propria agibilità politica. Il vicepremier Angelino Alfano, intervistato dal direttore di Libero Maurizio Belpietro a La telefonata su Canale 5, ha invitato i democratici a giudicare "il senatore Berlusconi, non il nemico storico Berlusconi. Dalla Giunta mi aspetto un voto sul diritto, non un voto politico". Le pregiudiziali - I lavori in Giunta sono stati aperti da Augello, che avrebbe depositato una proposta di circa 90 cartelle. Prima della relazione, il pidiellino ha presentato tre questioni pregiudiziali sulla legge Severino, tra le quali la proposta di rinvio di tipo interpretativo alla Corte di giustizia della Ue di Lussemburgo. Le altre due riguarderebbero il ricorso alla consulta. La prima pregiudiziale chiede alla Giunta di verificare l'ammissibilità di un ricorso alla Consulta; la seconda di sollevare direttamente l'eccezione di costituzionalità su 10 profili indicati dal relatore; nella terza pregiudiziale il senatore Augello chiede un rinvio interpretativo alla Corte di Giustizia della Ue con procedura accelerata. La Giunta però vuole accelerare: il Pd e il M5S hanno chiesto che il voto sulle pregiudiziali equivalga al voto sulla relazione presentata da Augello. Democratici e grillini volevano proseguire i lavori ad oltranza per votare. La sessione, però, è stata aggioranta per il giorno successivo. Il presidente della Giunta, Dario Stefano (Sel), ha dichiarato: "Credo che arriveremo al voto già martedì". E, dunque, all'epilogo delle larghe intese. Il nodo Strasburgo - Lo scontro tra Casson e Augello parte da lontano. "Siamo un organo giurisdizionale e in quanto relatore sono come un magistrato, ho l'obbligo delle riservatezza", spiega il senatore pidiellino riguardo al caso Berlusconi, "Siamo senatori eletti. Siamo un organo politico", ribatte il democratico. Più concreto il contrasto, ora pronto a deflagrare, sul ricorso depositato dalla difesa del Cavaliere alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Augello sostiene la legittimità di chiedere un responso a Strasburgo sulla legittimità della legge Severino, il collega del Pd è d'altro parere: "Il ricorso non è ricevibile. Non c'è ancora un atto della Giunta. Quantomeno, bisogna spettare che ci sia una decisione" per presentare ricorso. Tempi lunghi - Nel frattempo, da Strasburgo, la Corte per i diritti dell'uomo fa sapere che per l'esame del ricorso presentato dai legali del Cav i tempi sono "lunghi". Fonti della Corte sottolineano: "Il caso è delicato, e occorre innanzitutto stabilire la sua ricevibilità. Ma anche per questo servirà sicuramente più tempo del solito, anche diversi mesi". Una volta deciso se il ricorso è ricevibile, si tratterà di stabilire se ad occuparsene sarà la Chambre o la Grande Chambre: "Per un caso di questo tipo - viene ribadito - i tempi sono lunghi, per certi versi il caso ricorda quello del crocifisso nelle classi", concludono dalla Corte.

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