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Letta scommette sul governo: "Il Pdl non lascerà la coalizione"

Enrico Letta visto da Benny

Giulio Bucchi
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L'aveva già detto a chiare lettere al Forum Ambrosetti: "Non sono qui per galleggiare, serve stabilità". Sabato, Enrico Letta aveva ribadito: "Vado avanti". E domenica, proprio a margine del forum di Cernobbio, ha confermato alla Bbc il suo ottimismo riguardo ai rischi del "caso Berlusconi": "Sono sicuro che il Pdl deciderà per il meglio" sull'appoggio al governo. "Io penso che non lascerà la coalizione". "Non so cosa accadrà nella discussione interna" al Pdl, ha proseguito il premier con i cronisti inglesi, "ma io lavoro sicuro che il governo continuerà a lavorare e che i partiti continueranno a dare il loro sostegno". "Credo che la legge debba essere applicata e che il Senato deciderà il modo in cui applicare la legge - ha aggiunto il premier -. Non è un problema del mio governo, non è una responsabilità del mio governo, non devo prendere alcuna decisione. C'è una separazione dei poteri, è un problema del parlamento". Le sponde per Letta - E allora, tutta questa fiducia da dove deriva? Probabilmente dall'invito del presidente Giorgio Napolitano al Pdl a mantenere le promesse. "Ho fiducia in Berlusconi", ha fatto sapere i giorni scorsi il presidente, e il vicepremier Angelino Alfano non ha potuto far altro che confermare: "Fiducia ben riposta". E Berlusconi? Nelle ultime ore sembra prevalere la linea morbida. Se non quella delle colombe governative, quella pragmaticamente trattativista. C'è da guadagnare tempo in Giunta per le elezioni del Senato, dove oggi pomeriggio alle 15.30 inizierà l'iter (lungo) sulla decadenza. E c'è soprattutto da continuare il dialogo con il Quirinale stesso. L'idea del Cavaliere è ancora quella di strappare una "indulgenza plenaria", una grazia non solo sulla pena principale (i 4 anni di carcere, ridotti a uno effettivo per effetto dell'indulto) ma pure su quella accessoria (l'interdizione su cui si dovrà esprimere ancora una volta il Tribunale d'Appello di Milano). Il Colle la scorsa settimana aveva rifiutato seccamente, ma di fronte ai rischi per il governo le posizioni potrebbero cambiare. 

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