Cerca
Cerca
+

Napolitano, l'avvertimento di Sallusti: "Tra Renzi e Berlusconi attento o salti in aria anche tu"

Il domatore Napolitano

C'è una manovra perfetta nell'aria: far fuori il Cav e spingere Matteo. Ma i tempi di Giunta e Tribunale (che vuole il blitz) potrebbero sabotare i piani

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

Una "manovra perfetta" sulla carta. Ma se qualcosa va storto ci lasceranno le penne in parecchi. A destra, a sinistra. Al governo. E, naturalmente, nel "Paese reale". La "manovra perfetta" è quella citata dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti, nel suo editoriale: Matteo Renzi alla guida del Partito democratico e Silvio Berlusconi fatto fuori dal Senato. "I due casi sono più legati di quanto appaia", scrive Sallusti. Senza Berlusconi (il cui nome sulle schede elettorali, secondo un sondaggio dell'Istituto Piepoli, vale il 10%, cioè tra 3 e 4 milioni di voti), il centrosinistra avrebbe la strada spianata per la vittoria alle urne. Pessima notizia per quella metà abbondante di italiani che di tasse non ne vorrebbero altre, ma che come dimostrano i comuni governati dai sindaci della sinistra verrebbero inesorabilmente delusi.  I tempi di Giunta e Appello - L'incognita, però, sono i tempi. Della Giunta che deciderà sulla decadenza del Cavaliere, per esempio. E del Tribunale d'Appello di Milano che studierà la pratica dell'interdizione del processo Mediaset. Tira aria di "blitz", di decisione rapidissima da prendere in un pomeriggio, già in ottobre. La ridefinizione della pena accessoria potrebbe dunque intervenire nel pieno del dibattito sulla decadenza in Senato. Piani non comunicanti in concreto: da una parte in Parlamento si voterà sulla decadenza immediata del senatore Berlusconi, dall'altra il Tribunale e poi la Cassazione decideranno su quanto tempo il Cavaliere dovrà restare fuori dalla politica attiva. Ma sicuramente la sovrapposizione "inquinerà" il clima e i rapporti tra Pd e Pdl, con il consueto codazzo di polemiche.  Messaggio a Napolitano - Pro e contro Berlusconi, proprio quello che Renzi non vuole. Una possibile accelerazione che rischia di sconvolgere tutto. Accetterà il Pd di non andare subito al voto? E se saranno urne anticipate, ci sarà tempo di fare un congresso? Viceversa, cosa farà Enrico Letta? E se si candiderà a Palazzo Chigi, i dem sceglieranno lui o Renzi? La speranza, in largo del Nazareno, è di poter decidere tutto senza la pistola dell'opinione pubblica di sinistra puntanta alle tempie. Ma difficilmente andrà così, perché il caso Berlusconi è una spada di Damocle per tutti, democratici compresi. E soprattutto lo è per Giorgio Napolitano. "Chi sta tirando i fili della manovra perfetta per disfarsi del Pdl deve sincronizzare bene i tempi delle due vicende - avverte Sallusti -, in modo che lo scoppio della prima non devasti anzitempo la seconda e viceversa". Quindi un messaggio, inquietante, all"artificiere Napolitano. "Anche nel caso in cui il capo dello Stato abbia un ruolo attivo (o volutamente passivo, per interesse) in tutte queste vicende, ora deve stare attento: un passo falso e saltano tutti in aria". Vittime designate e mandanti carnefici, perché "l'imprevisto è sempre in agguato e spesso decisivo".

Dai blog