Berlusconi, la Giunta deciderà sulla decadenza a ottobre. Grazia, il Cav ci pensa
Domani il calendario, il 9 la prima relazione. La strategia dell'ex premier: guadagnare giorni preziosi (magari facendosi ascoltare), e poi confidare in Napolitano
La grazia è meglio di niente. Ragionamento lapalissiano ma che ben riassume lo stato d'animo di Silvio Berlusconi. L'obiettivo del Cavaliere, consigliato dai suoi legali, è chiaro: allungare i tempi in Senato, far sì che il voto sulla sua decadenza in Giunta slitti a dopo la pronuncia del Tribunale d'Appello di Milano sulla sua interdizione, con eventualmente il ricorso in Cassazione. Difficile, perché il calendario concederà poche opportunità. Marco Travaglio sul Fatto quotidiano parla di "metodo Previti", alludendo ai 14 mesi che la Camera impiegò, tra 2006 e 2007, per votare la decadenza dell'allora deputato di Forza Italia Cesare Previti, condannato dalla Cassazione a 6 anni per corruzione giudiziaria nel caso Imi-Sir. Una ammuina con l'appoggio della sinistra, naturalmente, è lo spettro adombrato dal quotidiano diretto da Antonio Padellaro. Ma la situazione attuale pare decisamente complicata. "Non avremo nessuna mano dal Partito democratico, quelli non aspettano altro che dare il sottoscritto in pasto alle procure. Fanno a gara tra correnti a chi mi odia di più", si sfoga con i suoi Berlusconi, da Arcore. Solo Franco Marini ha apprezzato l'uscita di Luciano Violante e il suo appello a rispettare il diritto alla difesa del Cavaliere, con tutti i tempi che questo diritto richiederà. "La posizione di Violante è corretta e utile, non ci debbono essere dubbi di sorta sulla correttezza della Giunta. Perciò il lavoro va fatto con la massima serietà. Il merito della decisione compete pienamente alla Giunta i cui componenti operano, ovviamente, senza vincolo di mandato". L'ipotesi grazia - Gli amici e collaboratori di sempre, da Fedele Confalonieri a Ennio Doris, la famiglia (la figlia Marina in testa) e i legali chiedono a Berlusconi di non agire di pancia, di riflettere. E il leader del Pdl si starebbe convincendo: "Deve intervenire Napolitano, solo lui può ripristinare lo Stato di diritto in questo Paese". E qui entra in gioco l'avvocato Franco Coppi: "Finora non è stata presentata alcuna domanda di grazia al capo dello Stato, ma resta una delle ipotesi". Grazia, o commutazione della pena: "In mancanza d''altro e senza che la si interpreti come un riconoscimento di colpa...", avverte Berlusconi. L'HuffingtonPost.it parla di un "confronto drammatico" tra il Cavaliere e i suoi legali. Di sicuro, però, l'ex premier sta valutando l'ipotesi più per la propria agibilità fisica che per quella politica. I tempi della decadenza - Domani, intanto, inizierà l'iter del "processo" in Giunta. L'ufficio di presidenza calendarizzerà le prossime sedute. Il 9 settembre il relatore sul caso, Andrea Augello (Pdl), presenterà ai colleghi le sue conclusioni, prevedibilmente contrarie alla decadenza di Berlusconi (14 membri conto 9 sono a favore dell'espulsione del Cavaliere). A quel punto, il presidente della Giunta Dario Stefàno (Sel) dovrà scegliere un nuovo relatore, le cui conclusioni verranno presentate entro 10 giorni. E siamo nella seconda metà del mese. Berlusconi, consigliato dai suoi, potrebbe decidere di far valere il proprio diritto alla difesa chiedendo di essere ascoltato dalla Giunta. Possibile anche l'audizione dei giuristi che hanno sollevato dubbi sull'applicabilità e la costituzionalità della legge Severino. Si dovrebbe arrivare, dunque, a metà ottobre. Quando il governo Letta presenterà la finanziaria e si chiuderà, di fatto, l'ipotesi di voto anticipato nel 2013. Resta in piedi la questione del ricorso alla Corte europea di Strasburgo, ma l'eventuale ricaduta "politica" sul destino di Berlusconi è tutta da verificare.