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Engel, il sergente olandese che può salvare Silvio

Berlusconi sorrisone: visto da Benny

Lucia Esposito
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Che cosa hanno in comune il senatore Andrea Augello e il sergente olandese Engel che nel 1971 si fece qualche giorno di carcere per non essersi fatto trovare  a letto durante il congedo per malattia? Apparentemente nulla, ma un filo rosso unisce i due e conduce direttamente a Silvio Berlusconi. Il primo è il senatore azzurro che sta preparando la relazione che terrà il 9 settembre  quando la Giunta per le elezioni di palazzo Madama dovrà esprimersi sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Posso solo assicurare che la mia relazione non sarà  improvvisata, ma seria, approfondita e dettagliata", ha detto nei giorni scorsi.  Il dossier - Sarà lui il relatore del dossier più spinoso e controverso della storia parlamentare. Intervistato da Il Messaggero Augello non si sbilancia sui tempi e dice: "Il voto in giunta potrebbe arrivare in un lasso di tempo compreso tra un minimo di una settimana fino a un massimo di due o tre mesi. Siamo nel dominio dell'imponderabile". Augello non anticipa strategie ma spiega: "Credo che il compito della giunta come organismo costituzionale dovrebbe escludere i tempi lunghi. Che poi sul piano politico all'interno delle varie forze politiche speri in tempi lunghi per poter costruire una ipotetica mediazione io non lo eslcudo. Ma in questo caso il mio è il parere di un osservatore". Insomma Augello, dal 9 di settembre diventerà un uomo-chiave.  Il sergente olandese - E lo potrebbe diventare anche il sergente olandese di cui parla Repubblica. Il caso del soldato è stato scovato come precedente per la presentazione del ricorso alla Corte europea di Strasburgo. Alcuni esperti di diritti europeo del Pd avrebbero confermato che, sul piano della giurisprudenza della Corte di Strasburgo, un ricorso di Berlusconi potrebbe essere accolto. E molti dem sarebbero disposti a sottoporre alla giustizia europea il quesito sulla non retroattività della legge Severino in quanto norma penale. All'epoca, nel 1971, infatti, i giudici di Strasburgo stabilirono - come ricorda Repubblica - che bisognasse considerare le norme nella loro natura "ontologicamente penale" al di là della definizione data dallo Stato nazionale e dal diritto interno.  Il piano - Nella ragnatela di rapporti che si sta tessendo si inserirebbe dunque anche questo progetto: i membri Pd della Giunta paiono intenzionati a escludere un ricorso della Severino alla Consulta, potrebbe però concedere al Pdl del tempo per approfondire la giurisprudenza europea. La speranza per le colombe Pdl e per i democratici filogovernativi è quello di prendere tempo e perdere tempo per arrviare fino all'inizio del 2014 quando i giudici della Corte d'Appello di Milano dovrebbero ristabilire la pena dell'interdizione dai pubblici uffici. Il governo delle larghe intese avrebbe così vita più lunge mentre, se dovesse essere il voto del Pd a far decadere il Cav, sarebbero destinate a crollare insieme all'esecutivo. Il progetto prevede anche la concessione della grazia da parte di Napolitano. 

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