"Si vota subito sulla decadenza",la Giunta vuole la testa di Berlusconi
Hanno fretta. La giunta del Senato vuole subito il voto per far fuori Silvio Berlusconi da palazzo Madama. La Stampa ha intervistato i 23 componenti della giunta che hanno in mano il destino del Cav. Dopo un rapido sondaggio, 22 su 23 hanno dichiarato che "bisogna fare in fretta senza perdere tempo". "La maggioranza della Giunta ritiene che non vi siano le condizioni per rivolgersi alla Corte Costituzionale. Né sia politicamente utile aspettare i giudici di Milano prima e la Cassazione dopo sulle pene accessorie (da uno a tre anni di interdizione dai pubblici uffici) dopo la condanna a quattro anno di reclusione per frode fiscale. Un mese di dibattito politico e istituzionale non hanno spostato di un millimetro la maggioranza della Giunta. Si può ipotizzare, dunque, che entro settembre la Giunta chieda all'Aula di Palazzo Madama di pronunciarsi sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Consapevole di avere garantito il diritto di difesa, ma anche di non dover celebrare un quarto grado di giudizio". Questa la posizione unanime della giunta, che di fatto chiude le porte a qualunque allungamento dei tempi. Insomma da sinistra c'è fretta di "processare" il Cav. Nessun rinvio - "I lavori della Giunta procederanno a prescindere dai tempi della Corte di appello di Milano e di qualsiasi altro collegamento. In linea puramente teorica è possibile che i due processi coincidano". Intervistato dal Messaggero, il senatore del Pdl Andrea Augello, relatore del provvedimento sull'incandidabilità di Berlusconi, non esclude la possibilità che i giudici ricalcolino l'interdizione dai pubblici uffici prima del voto in giunta. Che la decadenza del Cavaliere avvenga per effetto non della legge sull'incandidabilità ma della pena accessoria "è plausibile, ma non bisogna dimenticare che potrebbe esserci un ulteriore ricorso in Cassazione di Berlusconi", dice Augello. "Arrivati a tal punto, poi, la Giunta dovrebbe in ogni caso occuparsi anche di questo tipo di decadenza. Non punto a rinvii - assicura il senatore - ma l'interdizione ricalcolata dovrà passare per il voto parlamentare". (I.S.)