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Sondaggi, oggi vincerebbe SilvioPdl in vantaggio da uno a 5 punti. E con la crisi...

Berlusconi sorrisone: visto da Benny

Gli istituti confermano il trend di crescita per il centrodestra: la sentenza aiuta Silvio

Lucia Esposito
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L'amnistia è in calo. La grazia del capo dello Stato perde punti. La soluzione politica è sotto la media stimata. Per uscire dallo stallo attuale Berlusconi e una buona  parte del Pdl sono convinti che l'unica via sia quella del voto. E questa opzione, ad oggi, sembra non solo pagante, ma vincente. A dirlo sono i sondaggi, tutti favorevoli al centrodestra, che confermano anche la leadership di Silvio Berlusconi. Numeri alla mano, infatti, la coalizione guidata dal Pdl può contare su un vantaggio che oscilla fra i 3 e i 5 punti percentuali sul raggruppamento di  centrosinistra, nonostante tutto. Ovvero nonostante la sentenza della Cassazione, che ha confermato la condanna nei confronti dell'ex presidente del Consiglio, nonostante la posizione di rottura assunta dal Pd, nonostante i reiterati tentativi  di spaccare il Pdl facendo leva sulla dialettica interna fra falchi e colombe.  Se il centrodestra è ancora avanti, una ragione ci sarà. «L'elettorato che si riconosce in Silvio Berlusconi», dice Maurizio Pessato dell'Swg di Trieste, «non ha perso le proprie certezze, restando saldo sulle proprie posizioni. Soltanto nel caso dell'apertura ufficiale di una crisi di governo potremmo registrare uno spostamento di voti». Voti che la società di marketing e sondaggi, ai primi di agosto, assegnava in maggioranza al centrodestra: 37,8% contro il 32,3% del centrosinistra. Un trend, quello registrato dall'Swg, confermato dai sondaggi realizzati a ferragosto dall'Istituto Piepoli e dall'Euromedia Research  di Alessandra Ghisleri. Entrambi i test elettorali, con gli aerei di Forza Italia che volavano sulle spiagge italiane, confermano la predominanza del centrodestra. Un punto avanti per il professor Nicola Piepoli, tre per la sondaggista preferita dal Cavaliere. «Gli elettori sono stati molto colpiti dalla sentenza della Cassazione», dice la Ghisleri, «adesso dobbiamo vedere cosa accadrà nei prossimi giorni». Dunque non solo la prova del nove  della tenuta del centrodestra,  ma la sostanziale certezza che Berlusconi è, e resta, il leader. Nonostante tutto e tutti.  Certo, per avere un dato più stabile dovremo attendere la prossima settimana, quando i maghi dei numeri riprenderanno la loro attività, ma nel frattempo gli elementi a disposizione suffragano ampiamente la tesi di quanti, all'interno del Pdl, chiedono di andare al voto. Con il vento in poppa sarebbe un bel modo per  uscire dal porto dei «se» e dei «ma». «In queste settimane ci sono stati tanti annunci», spiega a Libero Maurizio Pessato dell'Swg di Trieste, «ma nessun fatto concreto, ragione per la quale le posizioni sono le stesse dell'inizio di agosto. Solo l'apertura ufficiale della crisi di governo potrebbe determinare uno spostamento di voti». E a quel punto entrerebbe in gioco «il fattore campagna elettorale», dice Renato Mannheimer dell'Ispo, l'Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione, «dove conta il tipo di messaggio che Berlusconi deciderà di utilizzare. Ad agosto il campione per i sondaggi è sostanzialmente instabile, anche se questa fase rafforza il Cavaliere, ma i dati registrati all'inizio del mese sono ancora validi, con il centrodestra in vantaggio».  Volendo tirare una riga sui vari ragionamenti, in modo da fare le somme, il quadro dei sondaggi sin qui realizzati dai vari istituti non offre fianchi scoperti. I test realizzati tra il 30 luglio e il 5 agosto scorso dall' Swg, Tecnè e Ipr Marketing, indicano i partiti a sostegno di Berlusconi in chiaro vantaggio sullo schieramento di centrosinistra. La forchetta del vantaggio sulla coalizione guidata dal Pd oscilla da un massimo di 5,5 per Swg a un minimo di 1,5 per Ipr. In media la coalizione del Cav si attesta al 36% dei consensi contro il 33% del centrosinistra. Se si votasse oggi, il Pdl e i suoi alleati conquisterebbero, senza fatica, l'ampio premio di maggioranza di 340 seggi alla Camera. Il centrodestra a Montecitorio salirebbe a quota 200 deputati contro i 126 attuali. Se invece si guarda sulla sponda del centrosinistra, lo scenario di un voto anticipato ha le solite sembianze: un flop. Sono 339 oggi alla Camera i seggi di Pd, Sel, Centro Democratico e Partito Socialista, ai quali vanno poi aggiunti i 5 rappresentanti delle minoranze linguistiche. Potrebbero diventare 159 (-180) in caso di vittoria del centrodestra.  Resta solo un elemento da non sottovalutare: l'astensionismo. Secondo l'Swg e il professor Nicola Piepoli, coloro che non rispondo sono il 40% e una larga fetta di elettori «non è affatto attirata dall'idea di  elezioni anticipate», dice Piepoli. Ma anche questo dato, come gli altri del resto, è soggetto agli eventi. Che potrebbero favorire ulteriormente il centrodestra. Enrico Paoli

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