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Berlusconi, le amazzoni contro il Pd. Biancofiore: "Letta chieda a Napolitano la commutazione"
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Se un esperto retroscenista come Ugo Magri, su La Stampa, dipinge la Pitonessa Daniela Santanchè quasi come una "colomba travestita da falco" significa che il clima, ad Arcore, non è mai stato così teso. Drammatico, roba da tregenda. Silvio Berlusconi è deciso ad andare avanti da solo, contro tutto e tutti, premier Enrico Letta e presidente Giorgio Napolitano in testa. Secondo Magri, la Santanchè definendo la nota del Quirinale "irricevibile" e deludente, fornisce una "rappresentazione parecchio chic del pensiero berlusconiano". Insomma, da qui alle granate (figurate) poco ci manca. D'altronde, il Cavaliere sta già preparando il discorso-bomba da leggere al Senato il 9 settembre, subito dopo il voto (per lui sfavorevole) in giunta che ne decreterà la decadenza da parlamentare a seguito della condanna a 4 anni per frode fiscale nel processo Mediaset. Le voci delle amazzoni - A consigliarlo, a sostenerlo, a difenderlo fino allo stremo delle forze, ci sono sempre loro, le Amazzoni. Le donne del Pdl che già gli furono vicine dopo la caduta nel novembre 2011 e che ora rilanciano la battaglia. "Nel Pd ci cosiderano tutti ladri e malfattori. Sono loro che fanno cadere il governo", mette con le spalle al muro la sinistra proprio la Santanchè, che continua a ribadire come "i 5 ministri del Pdl sono Berlusconi, noi tutti siamo Berlusconi". Come dire: chi fa fuori Silvio, rompe col Pdl. Michaela Biancofiore si appella direttamente al premier Letta: "Sia lui a chiedere un segnale politico al Colle, l'unico segnale possibile per una vera pacificazione, la commutazione della pena a Berlusconi". Per Maria Stella Gelmini agibilità politica e rappresentanza dell'ex premier "vanno salvaguardate senza se e senza ma, a maggior ragione in un contesto nel quale ne va anche della stabilità del governo Letta". E proprio su questo punto preme Laura Comi: "E' ovvio che se un governo basa la propria sopravvivenza sul sostegno di Pd-Pdl se c'è una parte politica che insulta l'altra e addirittura auspica l'uscita dalla scena politica del leader del più grande partito di centrodestra, implicitamente lavora per fare finire il governo Letta-Alfano. Questo il Pd non può far finta di non saperlo".
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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