Pd, il documento di Boccia per salvare il governo Letta (e Berlusconi): assist a Renzi
Il lettiano di ferro vuole blindare il premier con una mozione di sostegno. Trenta dem hanno già firmato. L'ira di Enrico contro i falchi anti-Cav
L'ultima speranza di Enrico Letta? E' Matteo Renzi. Obiettivo: prendersi il partito e governare l'Italia, insieme. Il vicolo cieco del Partito democratico è drammatico, se solo di corti circuiti in via del Nazareno non ne avessero sopportati a decine negli ultimi mesi. Epperò, il "caso Berlusconi" è di quelli devastanti: votare la decadenza del Cavaliere da senatore, e decretare di fatto la fine del governo Letta, oppure salvare il premier (che del Pd è stato fino ad aprile il vicesegretario) e, contemporaneamente, "graziare" il Caimano? Durissima scelta. Solo le dimissioni da senatore di Berlusconi o l'intervento salvifico di Giorgio Napolitano (con annessa "agibilità politica" per il leader del centrodestra) potrebbero risolvere l'inghippo. Il guaio è che al momento entrambe le ipotesi sembrano irrealistiche. E allora, sguazzano i falchi. L'ira di Letta - Da Palazzo Chigi le bocche sono cucite, ma l'insofferenza se non la rabbia per le uscite di molti esponenti democratici è tanta. Calcare la mano sulla "incandidabilità" di Berlusconi, l'inevitabilità di votare sì alla sua decadenza, in altre parole surriscaldare il clima (chiedere a Zanda, Speranza, Rosy Bindi) equivale a togliere la terra sotto i piedi dell'esecutivo. Altrimenti detto: sfilare la poltrona al premier mentre Letta è ancora faticosamente seduto. Ha ragione Enrico Mentana quando su Facebook scrive lapidariamente. "Se il Pd vota a favore della decadenza di Berlusconi cade il governo, se vota contro cade il Pd". La mozione di Letta - Un cul de sac, come si suol dire. Ma c'è chi cerca di porre rimedio. E' Francesco Boccia, marito della ministra Pdl Nunzia De Girolamo e lettiano di ferro. Boccia ha preparato una mozione di sostegno al governo dall'emblematico titolo "Italia riformista, la sinistra che governa". E che vuole continuare a governare. Al di là degli affondi alla "new left" e al partito "troppo conservatore", non è ancora chiaro come possa sciogliere il nodo sulla decadenza di Berlusconi. Suggerirà al Pd di votare no? O più semplicemente, vuole preparare il campo per un governo di scopo, magari sempre con Letta premier? Per ora, è interessante vedere ci ha aderito al "partito Letta-Boccia". Una trentina di giovani parlamentari, scrive Tommaso Labate sul Corriere della Ser, da Marianna Madia a Stefania Covello, da Antonio Castricone e Stefano Esposito, Enrico Borghi, Michela Rostan. E tra poco potrebbe arrivare la firma anche di Alessandra Moretti, illustre ex bersaniana. Che non a caso a Rainews24 profetizza: "Credo che Letta potrebbe essere incaricato nuovamente a verificare una nuova maggioranza che non escludo possa essere formata. E ritengo che da questo punto di vista ci sarebbero tutte le condizioni per farlo". Che il Pd abbia trovato la formula per salvare capra e cavoli? L'assist a Renzi - C'è chi ha letto l'iniziativa come un assist all'amico-nemico di Letta, Matteo Renzi. In largo del Nazareno sono sicuri: se va bene e i tempi sono giusti, Letta si candiderà alla guida del partito o, in alternativa, sarà il candidato premier. Su questa lunghezza d'onda, difficile immaginare tregue o tantomeno patti con il sindaco di Firenze che ha le sue stesse ambizioni. Certo, è una questione di tempi. Se la situazione precipita e si andrà al voto entro il 2013, difficile pensare a un Pd compatto. I dem si spaccheranno in più tronconi, dalla "nuova sinistra" ai moderati governisti (leggasi: lettiani) ai renziani, appunto. Ma se si tirerà avanti ancora per qualche mese, allora l'asse Letta-Renzi prenderà peso. "Questa dirigenza è da cambiare, il partito è da svecchiare", scrive nella mozione Boccia. Concetti che sembrano una mano tesa (l'ultima?) al rottamatore. di Claudio Brigliadori