Berlusconi, la Giunta discute sulla decadenza da Senatore
Oggi mercoledì 7 agosto, la politica entra in campo. Ci sarà la prova di fuoco per Silvio Berlusocni. Dopo la condanna della Cassazione a Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, si riunisce in serata la Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari, convocata alle 20.30. Si discute della decadenza del Cavaliere dal Senato, prevista dalla legge Severino, che all'articolo 3, comma 1, stabilisce che non è candidabili che hanno riportato condanne definitive "a pene superiori a due anni di reclusione per delitti non colposi per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni". Le paure - La battaglia in Giunta non sarà breve, né indolore. Prima di settembre è quasi impossibile che il voto arrivi in aula. L'obiettivo di Berlusconi, di fronte ai "niet" del Colle a una forma di salvacondotto giudiziario, è resistere il più possibile a Palazzo Madama: con la decadenza, infatti, il fianco del Cav verrebbe definitivamente esposto all'assedio delle toghe (in corso c'è il processo Ruby e, presto, quello per la presunta compravendita di senatori). L'obiettivo nel breve termine del Pdl è quello di rallentare il più possibile il dibattito in Giunta. I manettari - Il fronte giustizialista, guidato dal Movimento 5 Stelle, chiede di far presto, di accelerare al massimo. Il senatore Michele Giarrusso spiega di voler procedere subito all'esame della decadenza, come previsto dalla legge anticorruzione. Il Pd, da par suo, ha posizioni meno nette. Sul punto delicatissimo della decadenza e della conseguente incandidabilità di Berlusconi, si gioca anche il futuro del governo. C'è un governo da tenere in piedi, e accelerando sulla decadenza di Berlusconi potrebbe crollare tutto. C'è però chi, come Felice Casson - membro della Giunta - vuole mettere al muro l'ex premier: "Bisogna procedere immediatamente all'esame che riguarda la decadenza - spiega il democratico -. Questo per due ragioni: la prima è che la legge utilizza il termine 'immediatamente', quindi il senatore Berlusconi decadrebbe subito dal suo incarico. La seconda è che, se si procedesse in questa direzione, con la decadenza da senatore del leader del Pdl, la Giunta non avrebbe più ragione di esaminare la posizione di Berlusconi per quel che riguarda la sua ineleggibilità nella Regione Molise", l'altro argomento sul tavolo della Giunta che ha come protagonista proprio il Cav. Gli azzurri - Il Pdl, invece, spiega che in assenza delle motivazioni della Cassazione - fino ad oggi, al Senato, è stato depositato il solo dispositivo della sentenza - la Giunta non può dare corso all'esame della decadenza. Inoltre gli azzurri rilevano come la legge Severino non può avere effetti retroattivi, e quindi non può riguardare la condanna di Berlusconi nel processo Mediaset, un processo iniziato prima dell'entrata in vigore della legge stessa. Effetto domino? - Come detto, con tutta probabilità, il voto sulla decadenza di Berlusconi al Senato non potrà arrivare prima di settembre. Il percorso, poi, potrebbe allungarsi ancora. A livello tecnico, la Giunta, con un voto di maggioranza, deve prendere atto dell'orientamento dei suoi 23 senatori. Quindi la palla passa a Palazzo Madama per la contestazione, ossia il voto dell'aula. Un voto che quando arriverà, con la possibile decadenza di Berlusconi (sponsorizzata dai vertici del Pd, il segretario Guglielmo Epifani in primis), potrebbe in parallelo far decadere anche il governo Letta.