I democratici vogliono la crisiRenzi e Civati spingonoLetta: "Non resto a tutti i costi"
Enrico Letta non è salito al Colle, ieri. Con re Giorgio ha solo parlato al telefono. Meglio non drammatizzare, fanno sapere i suoi. La linea delpremier èattendista: voglio vedere e sentire i toni della manifestazione del Pdl di domani (oggi, ndr), prima di decidere bene cosa fare. Tradotto: vediamo come si comportano gli alleati del centrodestra prima di decretare la fine di questo governo e l'inizio di un altro. Un Letta bis, è la voce che circola. Ovviamente con il placet del Colle. Per ora, quindi, occhio ai ricatti, altrimenti mi dimetto, è la minaccia del presidente del Consiglio, che cerca di mantenere la barra dritta forte di un costante contatto con il Quirinale, che ha difeso per tutto il giorno, e forte anche di una parte dei suoi impegnati a puntellare un esecutivo più ballerino che mai. Ma c'è, invece, un Pd che tifa crisi di governo subito, non vede l'ora di ammazzare le odiatissime larghe intese nate da un compromesso e da una non-vittoria del Pd, e ieri ha preso a pretesto le frasi veementi del senatore azzurro Sandro Bondi sulla paventata «guerra civile» per soffiare sul collo della crisi. È il caso, ad esempio, del viceministro Stefano Fassina, che ha attaccato Bondi definendo le sue parole «al limite dell'eversivo», e di Pier Luigi Bersani, ex segretario dem. La linea ufficiale del Nazareno è che la palla è nel campo del Pdl, ma che nessuno può pensare di abusare della pazienza deidemocratici. "Si apra la crisi di governo", ha tuonato Pippo Civati. "Napolitano e Letta mettano fine alla pagliacciata del Pdl", ha esortato Matteo Orfini. Dunque, oggi si vedrà la manifestazione a sostegno del Cav, alla quale peraltro non parteciperanno i ministri del Pdl, prima di assumere qualunque decisione in merito a dimissioni e rompete le righe a Palazzo Chigi. Ma che il governo non cada a breve nessuno si sente di escluderlo, anche se dall'ala filogovernativa continuano ad arrivare richiami al Pdl alla saggezza. «Alcune reazioni di esponenti del centrodestra, come quelle di Bondi, che arriva in modo del tutto irresponsabile a parlare di guerra civile, sono purtroppo intollerabili e prendono la strada di quell'avventurismo che invece sarebbe stato opportuno bloccare», ha spiegato Francesco Boccia. Eppure di voto anticipato ormai parla apertamente più d'uno. «Per quanto ci riguarda, nella massima solidarietà a Letta, noi siamo pronti a tutto. Una legge elettorale si può approvare in tempi rapidi», ha sottolineato Gianni Cuperlo, candidato dalemiano alla segreteria del Pd. «Il governo deve fare per il bene dell'Italia, se non ci sono le condizioni oggettive, per il bene dell'Italia è meglio tornare alle urne», ha avvertito il renziano Andrea Marcucci. Proprio dai parlamentari più vicini a Matteo Renzi è arrivata pressante la richiesta di convocare subito una direzione nazionale. Alla riunione, per discutere sulla carta di regole congressuali, stava già lavorando il segretario Gugliemo Epifani, in attesa di avere una risposta da Letta su una data possibile la prossima settimana. Ma con la situazione che rischia di precipitare non è detto che l'appuntamento sia fissato. Eppure per i renziani proprio la possibile crisi rende urgente un confronto. «Occorre la convocazione della direzione subito, allargandola anche a tutti i parlamentari per dare spazio a tutte le sensibilità. Dopo settimane di melina, dobbiamo accelerare per farci trovare pronti a tutto», hanno sottolineato Federico Gelli ed Ernesto Magorno. Certo, se il governo dovesse saltare saranno inevitabili le ripercussioni sul cammino del congresso. Roberto Gualtieri ha consegnato a Epifani il documento con le norme messe a punto dopo i contatti con gli altri membri della commissione congressuale. Il percorsodelineato, a quanto si è appreso, è a tappe: prima i congressi di circolo, poi primarie. Sempre che non precipiti tutto. In quel caso, si va direttamente alle primarie per il premier. Ma qui viene il bello: ci sarà l'attesa sfida tra Matteo Renzi ed Enrico Letta? Il sindaco di Firenze tace e fa parlare i suoi, i quali ammettono che Matteo si sta scaldando da mesi per scendere in campo. Il rottamatore, però, potrebbe avere un altro ostacolo a sbarrargli la strada se è vero, come sostengono i rumors delle ultime ore, che questo governo Letta è prossimo a cadere. Ma dalle sue ceneri si formerà un Letta bis. Ovviamente con il via libera del Colle. di Brunella Bolloli