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Scelta civica, resa dei conti: Monti vuole la testa di Olivero, troppo vicino a Casini

Il Professore infuriato con il suo coordinatore, che ha partecipato a un convegno dell'Udc. Frattura tra liberali montezemoliano e cattolici filo-Udc

Giulio Bucchi
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L'ombra di Pierferdinando Casini dietro il "tradimento" di Andrea Olivero. Lo pensa Mario Monti, sempre più debole e ininfluente. E ora con Scelta civica, il suo partito, che gli sta sfuggendo di mano. Questa sera ci sarà la riunione del movimento nato intorno all'ex premier in vista delle scorse politiche e si voteranno due ordini del giorno: la nomina del presidente (Monti) e quella del coordinatore (Olivero). E tra i due uno potrebbe rimetterci la poltrona. Ma perché il Professore ce l'ha a morte con il suo braccio destro?  Strizzatina d'occhio a Casini - La scorsa settimana il rampante Olivero ha presenziato al convegno sul popolarismo organizzato dall'Udc. E Monti si è irritato non poco. Ha preso il gesto come uno "scavalcamento", personale e politico. La questione infatti è seria: l'ex premier sta cercando di reindirizzare il partito, fonderne l'anima cattolica con quella liberale di Italia Futura e dei montezemoliani. Strizzare l'occhio a Casini e l'Udc, invece, sarebbe uno sbilanciamento pericoloso e indigesto per metà movimento, anche perché potrebbe alludere ad un avvicinamento al gruppo dei Popolari europei (Ppe) di cui fa parte anche il Pdl di Berlusconi. Per sillogismo, qualcuno farebbe rientrare Scelta civica nel calderone del centrodestra. E a Monti, prudente, non va giù. Anche perché i montezemoliani preferirebbero rientrare nell'Alde, il gruppo dei liberaldemocratici europei.  La resa dei conti - Ma a far tremare Monti è soprattutto la leadership sempre più traballante. "Il mio atteggiamento nei confronti del presidente Mario Monti è sempre stato, è, sarà improntato ad assoluta lealtà", si difende Olivero. Casini ironizza: "Olivero ha parlato a un incontro dove io ero spettatore, non è un reato, non siamo agli anni 40". Però la spaccatura in Scelta civica è evidente, visto che anche il gruppo che fa riferimento all'ex ministro dell'Integrazione Andrea Riccardi e alla Comunità di Sant'Egidio preferirebbe avvicinarsi all'Udc. Anzi, alla nuova creatura che sta per varare Casini, il nuovo Partito Popolare. Ecco perché quella di stasera potrebbe essere la resa dei conti definitiva tra le due anime di Scelta civica. E Monti chiederà a Olivero un passo indietro dal punto di vista politico, o in alternativa le dimissioni dalla carica. In altro caso, sarà lo stesso ex premier a lasciare, magari non oggi ma a settembre. "Abbiamo avuto una discussione e non ci siamo trovati in sintonia - ha ammesso ancora Olivero riguardo a Monti -. Ho chiesto un confronto politico nei tempi e nei modi opportuni, che ci sia almeno a settembre. Invece vedo che mi si accusa a livello personale: io non accetto di fare il capro espiatorio, se Monti mi chiede di dimettermi lo faccio, a patto che ci sia un confronto politico. E' ridicolo che si riduca il tutto ad un confronto tra me e lui".           

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