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Mediaset, Cassazione: la sentenza su Berlusconi non sarà martedì

Silvio Berlusconi

Andrea Tempestini
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L'agonia continua. La tensione si prolungherà almeno fino a mercoledì sera. Non arriverà domani, martedì 30 luglio, il verdetto di Cassazione sul processo Mediaset. Anche se nessuno dei difensori dovesse chiedere un rinvio dell'udienza, o se una tale istanza non fosse accolta dai giudici, è molto difficile che la sentenza per Silvio Berlusconi e i suoi coimputati venga emessa nella serata di domani. Così le previsioni parlano di mercoledì, ma non si esclude il fatto che la camera di consiglio possa terminare anche giovedì prossimo.   Assoluzione, rinvio o condanna: tre strade per le toghe Leggi l'approfondimento   Le relazioni - Le ragioni di questa ipotesi di slittamento risiedono anche nel fatto che quella sul processo Mediaset, dove è imputato il Cavaliere, non è l'unica causa iscritta a ruolo per la mattinata di martedì: ve ne sono altre sette, anche se "non di particolare difficoltà", che non dovrebbero sottrarre molto tempo per la loro trattazione. Il punto principale restano i tempi del processo Mediaset. La relazione del giudice Amedeo Franco può essere molto lunga, circa un'ora e mezza. Altrettanto tempo potrebbe andarsene con la requisitoria del pg Mura.    Le toghe che giudicheranno il Cav Leggi l'approfondimento   "Un orario ragionevole" - La vera incognita sono le arringhe degli avvocati difensori, otto in tutto, esclusi quelli delle parti civili non ricorrenti come l'Agenzia delle Entrare, rappresentata dall'avvocatura dello Stato. I tempi molto lunghi, dunque, potrebbero far sì che il processo si snodi anche in due giorni di udienza prima dell'entrata dei giudici in camera di consiglio. Per ragioni di sicurezza - assicurano fonti della Cassazione - si cercherà di leggere il verdetto a orari definiti "ragionevoli", e non a serata inoltrata. All'udienza non assisteranno né il primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, né il procuratore generale Gianfranco Ciani, impegnati al Csm martedì e mercoledì per l'ultimo plenum della pausa estiva.   La rabbia dei legali di Silvio: "Non doveva parlare" Leggi l'approfondimento   Sospensione della pena - Sempre per quel che concerne le tempistiche del caso, fonti dell'ufficio di esecuzione del Tribunale di Milano spiegano che fino al 15 ottobre non potrà essere eseguita alcuna pena inflitta dalla Cassazione a Berlusconi. Infatti se l'ex premier dovesse essere condannato, la Suprema Corte notificherà all'ex premier e ai suoi difensori l'ordine di esecuzione della pena con contestuale sospensione: questo perché il provvedimento concede al condannato trenta giorni di tempo per presentare la richiesta di una pena alternativa. I trenta giorni decorreranno materialmente dal sedici settembre, perché prima a Milano è in vigore la sospensione dei termini feriali. Letta: "Nessun terremoto" - In questo contesto si fa sentire anche il premier Enrico Letta: "Sono assolutamente tranquillo nel lavoro che sto facendo, non penso che ci saranno terremoti" per il governo, ha spiegato al termine della sua missione ad Atene. "Sono convinto - ha aggiunto - che la situazione sia molto più stabile di come viene presentata normalmente". E ancora: "Sono sempre stato sulla linea per cui non si commentano le sentenze, e certo non cambio linea a 24 ore da quella attesa per domani". Letta poi ribadisce: "Sono assolutamente tranquillo e sereno, qui ho programmato il lavoro per l'anno prossimo, lo avete visto. Sono convinto che ci sarà una conferma di stabilità anche dopo domani". 

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