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Mediaset, Berlusconi tra conferma della pena, annullamento o rinvio

Silvio Berlusconi

Andrea Tempestini
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Il conto alla rovescia entra nella fase finale: poche ore e con tutta probabilità la Corte di Cassazione si pronuncerà sul caso Mediaset. Si decide sul futuro di Silvio Berlusconi, condannato in primo e secondo grado per frode fiscale pari a 7,3 milioni di euro tra il 2002 e il 2003. In primo e secondo grado la sentenza è stata uguale: quattro anni di reclusione (tre indultati: Silvio non finirà mai in carcere) e, soprattutto, interdizione di cinque anni dai pubblici uffici (ossia decadenza dello scranno in Parlamento - anche se serve la ratifica dell'aula - e impossibilità a ricandidarsi nel caso si torni alle urne). In primo e secondo grado, dunque, si tratta di una "doppia conforme": due pronunce identiche. Ora la Suprema Corte, i giudici di legittimità, dovranno stabilire se trovano corretta la tenuta logico-giuridica della condanna in appello. Le possibilità sono molteplici: le passiamo in rassegna. Condanna, oppure... - La prima possibilità è la conferma di quanto stabilito in primo grado e in appello: Berlusconi colpevole, un anno con tutta probabilità di servizi sociali (anche se Berlusconi tuona: "Se mi condannano vado in galera") e interdizione dai pubblici uffici. Nulla però vieta alla Cassazione di cassare la "doppia conforme": sarebbe sufficiente accogliere uno dei cinquanta motivi di ricorso presentati dai legali dell'ex premier, Niccolò Ghedini e il "principe del foro", Franco Coppi. In questo caso la sorte di Berlusconi dipenderà dal tipo di debolezza individuata dalla Cassazione, che potrà annullare la condanna e rinviare a un altro processo (indicando il punto di ripartenza: il nuovo Appello) oppure potrà annullare la condanna con assoluzione totale, senza indicare un nuovo Appello. Va ricordato che se il processo venisse rimandato in Appello (e dunque, successivamente, una seconda volta in Cassazione), non è detto che i tempi bastino: con tutta probabilità scatterebbe la prescrizione. La strategia - Gli avvocati di Berlusconi puntano molto sui proscioglimenti che il loro assistito ha ottenuto negli ultimi due anni sia a Milano sia a Roma: entrambi in Cassazione nelle udienze preliminari del processo "gemello", ossia Mediatrade, che analizza meccanismi analoghi a quelli del processo Mediaset ma relativi ad anni successivi. In questo caso, però, la Cassazione sarebbe molto vicina ad effettuare valutazioni di merito, che non le sono concessa (valuta soltanto la forma). La Corte potrà però comunque sindacare se sia corretta la contrargomentazione dei giudici di merito milanesi, secondo i quali i due proscioglimenti in Mediatrade "non possono incidere sul giudizio" perché attengono a diversi periodi di tempo e a distinti quadri probatori".  Rilevanza penale - Ultimo, importante, punto è la questione di diritto puro relativa alla rilevanza penale, o meno, dentro il contenitore giuridico della frode fiscale, dei fatti ricostruiti dai giudici: accusa e difesa duellano aspramente sull'interpretazione o il travisamento della sentenza della Cassazione numero 23 del dicembre 2010, su cui la difesa punta per affermare che "il reato non è configurabile nell'ipotesi di congruità di un'operazione realmente effettuata". In sostanza la difesa vuole rimarcare che il corrsipettivo indicato nelle fatture era assolutamente reale, ossia corrispondeva al prezzo pagato da Mediaset ad Agrama per l'acquisto di quei diritti televisivi, e che le corrispondenti somme uscivano effettivamente dalle casse di Mediaset senza retrocessioni provate.

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