Pd, quella strana intesa tra renziani e Rosy Bindi
Paradossi democratici. Il Pd, dopo la drammatica assemblea di venerdì 26 luglio, è nuovamente a rischio implosione. Il segretario Guglielmo Epifani ha ufficializzato la trappola a Matteo Renzi: primarie ristrette - o meglio, ristrettissime - per l'elezione del segretario. Per ora la spunta la trimurti Franceschini-Bersani-Fioroni, di cui Epifani è una sorta di portavoce: il rottamatore alla guida del Pd non lo vogliono. Ma la loro è una vittoria di Pirro. Matteo stravince a livello mediatico, il partito si spacca. E questa volta non si tratta solo della rivolta dei renziani. In questo caso - ed è una parziale novità - al fianco del sindaco di Firenze e a favore delle primarie allargate ci sono anche il dalemiano e leader dei "giovani turchi", Matteo Orfini, e l'altrettaanto dalemiano Gianni Cuperlo (che si è prodotto in un lungo abbraccio con Renzi, che alla direzione ha deciso di non parlare, sorprendendo un po' tutti). Amore per un giorno - E in questo contesto, probabilmente solo per un giorno, nel Pd dilaniato si crea la più improbabile delle larghe intese democratiche: Rosy Bindi si schiera con Renzi. Certo, l'ex presidente nel suo intervento scocca una frecciata a Matteo: "Non so chi voterò. So chi non voterò...", ha detto riferendosi al primo cittadino di Firenze. Ma, altrettanto vero, la Bindi si è schierata contro la strategia delle primarie chiuse. Così Renzi ha fatto partire l'ordine di scuderia ai suoi: "Dite e scrivete su Twitter: Brava Rosy". Detto, fatto. E insieme agli elogi alla storica "nemica" Bindi, ecco anche i commenti taglienti (dei renziani). Una breve rassegna. Giachetti: "Franceschini troppo spreguidicato. Per elezione segretario mi limiterei più prudentemente a dipendenti Pd e staff ministri". Quindi Marcucci: "Il prossimo segretario sarà Tafazzi". Poi Rughetti: "Propongo che votino Bersani, Stumpo e Zoggia"...