Berlusconi, il piano per la vittoria alle elezioni
Berlusconi ha un'idea: come "sfruttare" la possibile condanna. Ed è pronto a spiazzare il Pd con il ritorno al Mattarellum
L'attesa cresce di minuto in minuto. Tutti gli occhi puntati su martedì 30 luglio quando, con ogni probabilità, la Cassazione emetterà il suo verdetto su Silvio Berlusconi nell'ambito del processo Mediaset. Comunque vada, ci sarà un condannato. O il Cavaliere, o in caso di assoluzione o rinvio della sentenza il sistema giudiziario, che esporrebbe ulteriormente il fianco all'attacco del Pdl e ai referndum sui magistrati proposti dai radicali. Lo spartiacque - L'ex premier, nonostante l'ottimiso del suo gruppo di legali, non si aspetta niente di buono dalla sentenza. Berlusconi, però, è conscio del fatto che la pronuncia della Cassazione, comunque vada, sarà uno spartiacque. In un modo o nell'altro smotterà l'arcobaleno politico e, forse, anche il governo Letta. Il Cav promette il sostegno qualunque cosa succeda, ma secondo altre voci - quelle "cavalcate" e potenziate dai falchi -, Silvio avrebbe già scritto il discorso con cui far saltare il governo. Altra ipotesi sul tavolo, quella delle dimissioni: Berlusconi lascerebbe lo scranno ancor prima della ratifica parlamentare dell'interdizione. "Vi farò vincere" - Ed è proprio facendo i conti con gli scenari più negativi che Berlusconi ha messo a punto un piano, preciso e ambizioso. Il problema da cui si parte è quello annoso di Pdl e centrodestra: senza Silvio resta poco e nulla. Nessuno si è "applicato" per costruire un futuro. Così il futuro lo definisce Berlusconi: "Se anche venissi condannato - spiega ai suoi - dimostrerei che c'è una cosa che nessuno potrà mai sottrarmi. La leadership. Ho un piano per riportare il partito alla vittoria. Credetemi". E gli azzurri, inutile rimarcarlo, gli hanno creduto: sono stati troppi i "miracoli" elettorali nel passato del Cav per non dargli ulteriore credito. Crisi delle istituzioni - Come spiega Francesco Verderami sul Corriere della Sera, il "piano" ha un duplice presupposto: il ritorno a Forza Italia e, paradossalmente, la condanna. Se la Cassazione desse torto al Cav, un po' come Grillo per il Movimento 5 Stelle, Berlusconi farebbe politica fuori dalle istituzioni, alla guida di un movimento in presa diretta con l'elettorato e senza mediazione della classe dirigente (la nuova Forza Italia, appunto). Secondo l'ex premier, in questo modo, il sistema dovrebbe fare i conti con due movimenti senza leadership parlmentare, un segno evidente della profonda crisi delle istituzioni. Il Mattarellum - Il piano per tornare alla vittoria, però, si completa con un secondo, decisivo fattore. Con un progetto meramente elettorale, in senso tecnico: il ritorno al Mattarellum, con cui viene minacciato dal Pd ma che invece, ora, Berlusconi sarebbe pronto a sfruttare per aggregare le forze satellite che sono in costruzione. Questo l'impianto teorico su cui si basano le convinzioni di Berlusconi, confortate dai sondaggi che lo danno al 28%, livelli raggiunti nei giorni più brillanti della vecchia Forza Italia. Il tutto, ovvio, in attesa di quella sentenza-spartiacque.