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Pd, Epifani: "Primarie aperte solo per il candidato premier"

Matteo Renzi

Epifani: "Voto aperto solo per il candidato premier. Congresso entro novembre". Bufera in direzione

Andrea Tempestini
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Il Partito democratico definisce i contorni della trappola tesa a Matteo Renzi. La nomenklatura di Largo del Nazareno dichiara guerra al sindaco di Firenze. Lo fa alla direzione nazionale, dove il segretario, Guglielmo Epifani, comunica che il congresso si terrà entro fine novembre, forse il 24, e l'assemblea nazionale il 14 settembre. "Il tempo del congresso è ora - ha detto Epifani -. Sulla data tagliamo la testa al toro. Decidere quando sarà non spetta al segretario, spetta all'Assemblea nazionale. Ma io suggeriò di farlo entro la fine di novembre".  Ira dei renziani - Il segretario, proseguendo nel suo intervento, sottolinea che "il congresso partirà dai congressi di circolo, locali e regionali. Dopo saranno formalizzate le candidature a segretario nazionale". Una decisione che, però, non soddisfa i renziani: manca una data precisa, come manca la precisione su tempi e modi previsti per le candidature. Ma soprattutto mancano le primarie aperte per l'elezione del segretario: i renziani, oltre a spingere per la presentazione delle candidature prima della conclusione dei congressi locali e regionali, chiedono che il segretario venga eletto da una platea più ampia di quella degli iscritti al partito. La richiesta, però, viene bruscamente rispedita al mittente.  Le polemiche - Epifani, infatti, ipotizza una platea ristretta per l'elezione del leader del partito: ha parlato di primarie aperte solo per la scelta del candidato premier. La direzione sceglierà "se il segretario sarà scelto da una platea congressuale più stretta, oppure no - ha detto Epifani -. Il segretario si occupa prevalentemente del partito". Anche l'ipotesi che la presentazione dei candidati per la segreteria avvenga "dopo i congressi locali" ha scatenato la reazione dei renziani e di Gianni Cuperlo, che chiedono una platea larga e che le candidature vengano presentate prima dell'inizio del congresso. Andrea Marcucci, senatore renziano, scrive velenoso su Twitter: "Alla direzione hanno già dimenticato la batosta delle ultime elezioni e si predispongono ad incassare la prossima". Duro anche Paolo Gentiloni: "Una direzione eletta 4 anni fa sta discutendo come cambiare faccia e natura al Pd". In un contesto già teso, va ricordata la proposta "anti-Renzi" presentata da Giuseppe Fioroni, lettiano di ferro: far votare sì tutti, ma con un contributo minimo di dieci euro a persona. Franceschini anti-Renzi - Polemiche contro la linea di Epifani arrivano anche da Matteo Orfini, sempre su Twitter: "La proposta sulle regole avanzata da Epifani non va bene. In un momento difficilissimo per il Pd non possiamo chiuderci nelle nostre paure". Chi invece difende il segretario a spada tratta è Dario Franceschini, che ipotizza anche una data per il congresso: "L'ultima domenica di novembre, il 24". Sull'elezione del segreatario ha le idee chiare: "Votino solo gli iscritti, mentre le primarie aperte sceglieranno il candidato premier". Pesante e tagliente la risposta del renziano Roberto Giachetti: "Franceschini troppo spregiudicato. Per elezione segretario mi limiterei più prudentemente a dipendenti Pd e staff ministri". Il Pd, insomma, si spacca. La direzione si trasforma in un campo di battaglia. Tanto che, dopo l'intervento del premier Enrico Letta -  che ha chiesto che il segretario si occupi solo del partito - la direzione non si è conclusa con un voto, come invece era previsto. Il dibattito è stato aggiornato alla direzione della prossima settimana.

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