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Ultima frontiera dell'antipolitica"Ammazza un dipendente del Senato"

Su alcuni social network frasi choc contro funzionari, impiegati e uscieri del Parlamento. "Sono tutti parenti e consanguinei"

Matteo Legnani
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Dagli all'usciere, alla segretaria, all'impiegato. L'ultima frontiera dell'antipolitica è questa: colpire i dipendenti di Camera e Senato. Perchè "conniventi con la casta" dei politici, se non "casta loro stessi". La campagna è stata lanciata su alcuni social network con una frase choc: "Se uccidi un dipendente della Camera o Senato contribuisci al risparmio e alla spesa pubblica. Tanto sono tutti parenti e consanguinei tra loro peggio degli egizi". Dai vertici dei due rami del Parlamento di sono alzate voci sdegnate nei confronti degli autori (ovviamente anonimi) del messaggio. "Tuteleremo i nostri dipendenti" (chissà come, mah). E, certo, prendersela con un'impiegata o un ragioniere non è molto "sportivo". Ma è la conseguenza di due fattori: da una parte i messaggi anti-casta, spesso violenti, diffusi online da Beppe Grillo, che giusto ieri diceva che bisogna "liberare le Camere dal letame". Dall'altra la pervicacia con cui la classe politica resiste all'attuare decisi tagli ai cosiddetti costi della politica. L'abolizione del finanziamento ai partiti non è ancora stato approvato dopo tanto blaterare; i politici (fatti salvi i parlamentari grillini) non si sono tolti nemmeno un euro dai loro profumati stipendi, a fronte di milioni di italiani che negli ultimi tre anni hanno dovuto tirare la cinghia. E anche le spese per il funzionamento dei Palazzi del potere restano stratosferiche: sia quelle del Quirinale (che spende ogni anno più di Buckingham Palace), sia quelle dei due rami del Parlamento. Giusto alcuni giorni fa la presidente della Camera Laura Boldrini (che peraltro si è tagliata lo stipendio del 30%) ha "salvato" i superstipendi dei dipendenti della Camera, dopo aver in più occasioni promesso una riduzione delle spese. Ecco alcune delle cifre: il segretario generale della Camera, che di nome fa Ugo Zampetti, ha un imponibile annuo di 405.000 euro; i vicesegretari generali, due signori che si chiamano Guido Letta (cugino di Enrico, ma ovviamente è un caso) e Aurelio Speziale, quotano 305.000 euro. Il bilancio 2013 della Camera dei deputati è di 1.062.377.000 euro, dei quali 784.480.000 (oltre i tre quarti, quindi) se ne vanno in stipendi e pensioni per gli onorevoli deputati e per il personale in servizio. Per i dipendenti, in particolare, l'amministrazione di Montecitorio prevede di spendere nell'anno in corso 231.140.000 euro alla voce «retribuzioni» e 48.855.000 euro per i contributi previdenziali, mentre 217.505.000 euro se ne vanno sotto forma di assegni di pensione versati agli ex lavoratori. 

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