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Mediaset, verso la sentenza: Berlusconi al bivio

Silvio Berlusconi

Andrea Tempestini
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La linea ufficiale è chiara: "Anche se mi condannano il governo Letta non si tocca". La verità, però, è un po' più complessa. Silvio Berlusconi, se venisse dichiarato colpevole e interdetto dalla Cassazione nel caso Mediaset, è tentato dall'idea di far saltare il banco. Tra i suoi fedelissimi c'è chi, come Renato Brunetta, non ha dubbi: "Se lo condannano si torna al voto". Così la nuova Forza Italia esordirebbe alle politiche di ottobre 2013 e non alle europee della primavera 2014. A stuzzicare il Cav non è soltanto il lavorìo dei falchi. Ci sono anche i sondaggi: ora la coalizione di centrodestra sarebbe al 33,9%, ma recuperando pezzi della vecchia An distrutta da Gianfranco Fini, grazie a un patto con i radicali e raggruppando anche altri spezzoni della destra, secondo i report che circolano a Palazzo Grazioli, si può arrivare al 36 per cento. Cosa deve fare il Cav in caso di condanna? Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it Gli scenari - Certo, nel percorso che potrebbe portare alla fine delle larghe intese e al voto anticipato c'è uno scoglio difficile da evitare. Uno scoglio che ha un nome e un cognome: Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha detto in tutti i modi che non vuole elezioni, e che in caso di crisi cercherà strade alternative e, come extrema ratio piuttosto che sciogliere le Camere è pronto anche a dimettersi. Se Letta cadesse, Napolitano cercherebbe di conferirgli un nuovo incarico (un Letta-bis in cui confluirebbero vendoliani, parte dei grillini, un Pd ricompattato e, perché no, i moderati Pdl guidati da Angelino Alfano). Se fallisse il piano Letta-bis si tornerebbe alle urne. Ma al voto ci si dovrebbe confrontare con un'incognita che nei sondaggi, ora, non è contemplata: Matteo Renzi candidato per il centrosinistra. Secondo tutte le analisi, il sindaco di Firenze vincerebbe le elezioni e, così, la scalata a Palazzo Chigi della nuova Forza Italia verrebbe interrotta sul nascere. Cosa succede se condannano il Cav Leggi l'approfondimento Berlusconi non esclude alcuna soluzione. Per ora sceglie il silenzio e le rare dichiarazioni mirano a svelenire il clima. Anche ieri, lunedì 23 luglio, ha passato la giornata insieme a Denis Verdini e a Daniela Santanchè ragionando sul futuro prossimo. Su Forza Italia 2.0, nel dettaglio, e su quale format dare alla cerimonia di rinascita del movimento, che dovrebbe tenersi a Milano (proprio come nel 1994). E del Pdl, che sarà? Gli azzurri più maligni dicono: "Lo regaliamo tutto ad Alfano, con annessi e connessi, a cominciare dagli attuali ministri". Forza Italia, insomma, come una sorta di "good company" a trazione-Santanchè, il Pdl invece abbandonato al suo destino "democristiano". Nonostante la calma appartente tutto è possibile: continuare col governo Letta; le elezioni; l'ascesa di Renzi. Ma anche la scissione degli azzurri.

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