Finanziamento pubblico ai partiti,Pd, Pdl e Sel pronti al sabotaggio,"E' un ddl ingiusto per la democrazia"
Il 26 luglio il disegno di legge arriva in aula. Tesorieri e segreterie pronti a dar battaglia. Bianconi (Pdl) e Sposetti (Pd): "Quella legge deve morire"
Il 26 luglio prossimo alla Camera arriva il disegno di legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti. Sale la tensione. Pd, Pdl e Sel sono uniti sul fronte del no. I partiti non vogliono rinunciare ai finanziamenti pubblici e porterano la battaglia in parlamento mettendo in discussione la decisone ferma del premier Enrico Letta. Il governo intanto si prepara a reagire: "Se il ddl dovesse saltare alle Camere, sono pronto a firmare un decreto", ha affermato Letta. Intanto nelle segreterie dei partiti e soprattutto nelle tesorerie è allarme rosso. Pd e Pdl hanno 190 dipendenti che lavorano per il partito, un taglio al finanziamento pubblico mette a rischio centinaia di posti di lavoro. Le ragioni per dire no all'abolizione del finanzaimento sono tante. Vogliono piazzale Loreto - In prima fila c'è il tesoriere del Pdl, Maurizio Bianconi: "Se la gente vuole eliminare il finanziamento lo si elimina sul serio e non si usano palliativi come il 2 per mille. E non si introducono cose che fanno morire dal ridere, come i programmi per l'accesso in tv e la sede gratis ai partiti. Da una parte c'è l'opinione pubblica che, più che togliere i soldi ai partiti, vuole ammazzare tutti i politici. Ci vuole tutti morti, impiccati. Fosse per loro chiuderebbero Camera e Senato e farebbero seimila piazzale Loreto. Mica li plachi togliendoci qualche soldo. Dall'altra, una legge come questa ci fa finire dritti nelle mani di poteri ben interessati: tecnocrati e poteri economici che vogliono indebolire una classe politica annichilita e paralizzata dalla paura", afferma Bianconi. Fuori dall'Europa - Dello stesso parere, in una strana alleanza tra azzurri e "compagni", è il tesoriere dei Sel Sergio Boccadutri: "E' una legge che ci mette fuori dall'Europa. Noi siamo favorevoli al finanziamento: c'è un cedimento culturale a un modello che, in assenza di leggi che regolino il conflitto d'interessi e le lobby, rischia di essere pericoloso. Il sistema del 2 per mille è fastidioso: alla fine è lo Stato che ci mette dei soldi, quelli incamerati di meno dalle tasse. Soldi donati non sulla base del consenso ma del censo", racconta Boccadutri al Corriere. Sabotaggio in aula - Insomma l'idea di Letta di far entrare i soldi nelle stanze dei partiti dalla finetstra del 2 per mille non piace a nessuno. Così anche Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Ds, si prepara a sabotare il provvedimento in parlamento: "Farò proseliti per bloccarlo". La strada verso l'abolizone del finanziamento è lunga. Per Letta c'è un altro scoglio all'orizzonte su cui andare a sbattere. (I.S.)