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Udc, Casini: "Ho sbagliato tutto. E mi chiamano Pierfurby..."

Il leader in caduta libera parla ai suoi: "Davanti all'anti-politica dovevamo rinnovarci". Ma la rottamazione può aspettare: "Basta odio, insieme con Monti"

Giulio Bucchi
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"Noi abbiamo sbagliato. Anzi, io ho sbagliato". Più che una Assemblea nazionale, quella dell'Udc a Roma è sembrata una seduta di psicanalisi collettiva, guidata dal leader (decadente) Pierferdinando Casini. Che arringa i suoi e fa autocritica: "Io ho sbagliato, perché pur avendo capito che si stava avvicinando l'uragano dell'antipolitica, non siamo riusciti a dare l'idea di un partito che lavorasse a una fase nuova e siamo stati travolti come se fossimo la vecchia politica, che noi più di tutti abbiamo combattuto. E io sarei Pierfurby, noi saremmo il partito dei poteri...". Oltre a darsi, velatamente, del fesso, Casini sembrerebbe rilanciare una possibile "autorottamazione". D'altronde, per uno entrato in Parlamento nell'ormai lontano 1983, trent'anni in politica potrebbero anche bastare. E invece no, perché proprio lui (si) rilancia: "Non serve assolutamente un divorzio tra Udc e Scelta Civica, ma bisogna creare qualcosa che vada oltre" e che abbia come "riferimento il Ppe". Insomma, il solito nuovo che avanza. "Il bipolarismo è morto" - "Il governo Monti ieri e il governo Letta oggi - ha spiegato - sono la riprova che il bipolarismo è fallito clamorosamente. Perché chi si è presentato alle elezioni, Bersani e Berlusconi con due ricette antitetiche, a causa dello sfascio causato da loro stessi poi si son dovuti mettere insieme. Ogni volta che Berlusconi esprime il suo sostegno al governo Letta dà ragione a noi che dicevamo che il bipolarismo non funziona". Poi, ammette, "è logico che nel governo ci siano tanti mal di pancia. I falchi del Pdl quando esprimono ostentata solidarietà a Berlusconi, in realtà non gli fanno bene né politicamente né giudiziariamente...". Ma ai suoi, riuniti all'Auditorium in viale Manzoni, Casini vuole dare un messaggio di incoraggiamento e dice basta alle "autoflagellazioni": "Se ci rimangiassimo tutto perché abbiamo perso le elezioni saremmo dei buffoni. La Malfa - ha sottolineato - viene ricordato come uno statista ma non aveva così tanti voti. Io non voglio avere posizioni così minoritarie, ma noi abbiamo seguito un percorso sul quale oggi tutti dicono che avevamo ragione". Quale sia, questa posizione, non è chiarissimo. Avanti con Monti - Casini, come detto, azzera anche le polemiche con gli alleati di Scelta Civica: "Guardiamo avanti, chi resta nell'odio ha già perso. Non disperdiamo quello che siamo e quello che possiamo essere: sarebbe una sciocchezza totale". E conclude con un appello: "Restiamo calmi e sereni. Un dirigente politico con gli attributi deve pensare al futuro: smettiamo di piangerci addosso e andiamo avanti". 

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