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Caso Ablyazov, al Senato niente sfiducia ad Alfano. Vince Letta, perde Renzi

Giulio Bucchi
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"C'era una mozione di sfiducia. E' stata bocciata. Io sono soddisfatto". Angelino Alfano è stringato e sobrio, perché in fondo c'è poco da festeggiare. Quando parla il ministro degli Interni, l'aula del Senato ha appena respinto la mozione di sfiducia presentata da Sel e M5S nei suoi confronti per il caso Ablyazov e il blitz di Casal Palocco che ha portato al prelievo e al rimpatrio in Kazakistan di sua moglie e sua figlia, Alma e Alua Shalabayeva. Contro il documento si sono espressi 226 senatori della maggioranza di Pd, Pdl e Scelta civica, mentre 55 sono stati i voti a favore (Sel e M5S). Le astensioni sono state 13, fra cui quelle della Lega. Non solo: Laura Puppato ha guidato la "mini-fronda" democratica. Un avviso, chiaro, al partito: oggi si vota per non far cadere Letta, ma Alfano (e il Pdl) la pagheranno cara.  Caso Ablyazov, "L'ambasciatore kazako ha seguito il blitz dal Viminale" L'affondo di Zanda - Vince Alfano, dunque, ma soprattutto vince il premier Enrico Letta che resta saldo (almeno fino alla sentenza della Cassazione su Berlusconi), come richiesto anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Naturalmente, il voto del Senato non esclude successive rivoluzioni, come un rimpasto di governo ad ottobre con lo stesso Alfano a rimetterci. D'altronde, è stato lo stesso capogruppo Pd Luigi Zanda, esponendo la dichiarazione di voto dei dem, a precisare ad appellarsi al ministro degli Interni: "Forse potrebbe essere utile valutare se nelle 24 ore della sua giornata ci sia abbastanza tempo per la segreteria del suo partito, il ministero dell'Interno e il ruolo di vice presidente del consiglio". Silvio Berlusconi, in aula, ha scosso più volte il capo mentre Sandro Bondi, coordinatore Pdl, a fine seduta ha sbottato: "Il senatore Zanda ha letteralmente e imprudentemente rovinato, con un discorso sgradevole e provocatorio, un'atmosfera estremamente positiva sottolineata dall'apprezzamento unanime della maggioranza delle parole del presidente del Consiglio Enrico Letta". Letta che aveva ribadito un paio d'ore prima la "estraneità" di Angelino.  Renzi scornato - Alla fine, l'impressione è che a perderci sia stato proprio il rottamatore del Pd. Ospite di Bersaglio mobile da Enrico Mentana, Matteo Renzi aveva incalzato: "Se Alfano sapeva ha mentito ed è un piccolo problema. Se Alfano non sapeva è quasi peggio. "Non paghino i pesci piccoli", aveva concluso. Con lui, i parlamentari Pd che si sono astenuti. E forse, l'attacco di Zanda ad Alfano è anche un assist ai renziani, una mano tesa per non spaccare definitivamente il partito. Però, più tempo passa con Letta a Palazzo Chigi meno modo avrà Renzi di scalare il partito. Ecco perché mantenere saldi Alfano e governo è un po' spingere nel dimenticatoio il sindaco di Firenze, sempre più in affanno. Molti elettori sono con lui, molti nel partito pure. Ma non basta. Occorre avere anche un po' di fortuna, e di strategia.  di Claudio Brigliadori  

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