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Quirinale, la carta di Napolitano: addio sempre possibile

Giorgio Napolitano

Eliana Giusto
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Non ci sono alternative al governo di larghe intese. A questo governo. Non esistono piani B. Giorgio Napolitano lo ha sempre sostenuto e se l'esecutivo Letta dovesse cadere il presidente della Repubblica potrebbe dimettersi. Del resto il suo mandato bis era legato proprio alle larghe intese. Così, scrive oggi il Corriere della Sera, ora Napolitano potrebbe giocare questa carta. E l'ipotesi non è campata in aria. Già il 22 aprile il capo dello Stato, nel discorso alle Camere, lasciò intendere che non c'erano altre possibilità al di fuori della stabilità di governo e di un esecutivo guidato dal Pd e dal Pdl. Più di recente aggiunse: "In caso di sordità ne trarrò le conseguenze". Certamente, secondo Napolitano è legittimo che l'opposizione voglia "far franare un equilibrio politico e di governo che si giudica spurio ancor prima che inadeguato" ma "per spingere il Paese e le istituzioni verso quale sbocco?". Quale sarebbe l'obiettivo? Quale il futuro del Paese? Queste sono le domande alle quali il presidente non riesce a trovare risposte. "Inviterei coloro che lavorano su ipotesi più o meno fumose", dice Napolitano riferendosi evidentemente a chi vuole la fine delle larghe intese, "a non contare su decisioni che quando si fosse creato un vuoto politico spetterebbero al presidente della Repubblica e che io non starò certo ad anticipare". La frase è sibillina ma il messaggio è chiaro. I falchi del Pd e del Pdl e Grillo sono avvisati. 

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