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Caso Shalabayeva, il Pd crede ad Alfano ma prepara il trappolone

Angelino Alfano

Epifani: "Se il vicepremier sapeva, deve dimettersi". Grillo si unisce al coro: brigano per governare insieme. Angelino parla alle Camere alle 18

Andrea Tempestini
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Dopo la lettura della relazione del capo della polizia, Alessandro Pansa, cade la prima testa per il caso Ablyazov: lascia il capogabinetto del Viminale, Giuseppe Procaccini. Poi tutte le attenzioni erano rivolte al Senato, dove alle 18 ha riferito il ministro degli Interni, Angelino Alfano, che ha citato dei virgolettati della relazione di Pansa in cui si spiega che "né Alfano né Letta eravamo al corrente dell'operazione". Il vicepremier, però, resta il bersaglio principale della caccia grossa legata a doppio filo all'intrigo internazionale. Mozione di sfiducia - Sulla testa del ministro dell'Interno pende la mozione di sfiducia individuale, depositata da Sel e M5S, che sarà discussa al Senato venerdì: il voto inizierà alle 12.30. La trappola è tesa. Ogni evoluzione è possibile. La palla, ora, è nelle mani del Pd. Stando alle indiscrezioni e alle dichiarazioni che hanno seguito l'intervento di Alfano al Senato, il posto dell'ex guardasigilli sarebbe blindato: i democratici dovrebbero rinnovargli la fiducia. Ma per chi vuole il ribaltone in salsa grillina l'occasione è troppo ghiotta: se Alfano fosse costretto alle dimissioni il governo Letta verrebbe condannato, sarebbe finito. Mentre si spianerebbe la strada per una maggioranza alternativa con i grillini. Verso la crisi? - La linea dei democratici la chiarisce il segretario, Guglielmo Epifani, che spiega: "Se Alfano sapeva e se ci sono fatti acclarati va da sé che deve dimettersi. Se non sapeva realmente - aggiunge - io mi domando perché l'espulsione è stata effettuata a sua insaputa. Mi chiedo cosa c'è dietro. La ricostruzione potrebbe essere inquietante". Anche Epifani, quindi, ammette che in caso di sfiducia la crisi di governo sarebbe più che probabile: "Da un certo punto di vista sì - ha risposto a precisa domanda sul videoforum di Repubblica -. Da un altro punto di vista non necessariamente, nel senso che si potrebbe fare diversamente, ma è chiaro che il Pdl trarrebbe le conseguenze". Gli scenari - Gli azzurri, infatti, hanno già fatto sapere che se Alfano fosse costretto alle dimissioni la parentesi delle larghe intese verrebbe archiviata. Fabrizio Cicchitto, intervistato da Libero, non ha usato giri di parole: "E' evidente che se salta Alfano viene immediatamente giù il governo Letta". Secondo Cicchitto "si andrebbe a elezioni anticipate, all'insegna di uno scontro frontale, con la discesa in campo di Renzi. Ma non il rottamatore ecumenico che abbiamo visto finora: un Renzi giustizialista di nuovo conio", puntualizza Cicchitto. E, in effetti, Renzi scalda i motori: di poche ore fa l'ultima bordata contro il governo, destinato "a durare poco".  Ma Napolitano... - Sullo sfondo, però, nel caso in cui funzionasse la trappola tesa ad Alfano, restano le intenzioni del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha sempre ripetuto di non voler sciogliere le camere in nessun caso; piuttosto le dimissioni. Cicchitto non esclude l'ipotesi e spiega: "In quel caso assisteremmo a quel rovescio della maggioranza, Pd-grillini, abortito con il fallimento dell'elezione di Prodi al Colle". Un'ipotesi da scongiurare. Anche per questo il Pdl fa quadrato attorno ad Alfano. Micahela Biancofiore, tra gli altri, riprende le parole della "pitonessa" e spiega: "Ha ragione Daniela Santanchè, il ministro dell'Interno Angelino Alfano è sotto attacco volgare e ingiustificato, peraltro, al fine di colpire Enrico Letta e il governo di larghe intese". Il comico attende - Il piano, ora, è sotto gli occhi di tutti. Sono molteplici le pulsioni nel Partito democratico per far cadere Letta. L'imboscata, però, potrebbe essere neutralizzata con il (probabile) voto palese alla mozione di sfiducia. Ma tutto è possibile. La situazione è fluida. E Beppe Grillo, paziente, attende e spara. Secondo il comico il caso Calderoli-Kyenge è stato usato per oscurare la vicenda di Alma Shalabayeva: "Questa battuta razzista da ubriaco da bar - scrive sul blog - ha il dono della tempestività. Ha messo in secondo piano un episodio gravissimo". E ancora: "Forse non è una coincidenza. L'indignazione non può essere a corrente alterna". Quindi la richiesta, forse non troppo casuale: "Io sono indignato con Alfano, che deve dimettersi". di Andrea Tempestini @antempestini

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